Vendeva la figlia per 5 euro

Arrestata una donna di Pontecagnano. Estorceva denaro anche a un ex parroco

PONTECAGNANO. Faceva prostituire la figlia dodicenne per cinque euro: arrestata una giovane mamma. La vendeva a un 82enne di Pontecagnano – ora indagato – che compiva atti sessuali sulla minore anche alla presenza della madre. L’accusa è gravissima: prostituzione minorile aggravata dal vincolo di parentela. La donna, 31 anni, di Pontecagnano, è stata arrestata ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretta dal capitano Erich Fasolino. I militari dell’Arma hanno eseguito la misura cautelare in carcere decisa dal gip di Salerno, Stefano Berni Canani. La donna è stata accompagnata al carcere di Avellino dove gli è stato concesso di portare anche l’altra figlia di pochi mesi. La piccola violentata, invece, è stata prelevata a scuola è stata portata in casa famiglia fuori regione ed affidata ad un tutore.

Oltre all’accusa di vendere il corpo della figlia e di non avere impedito, anzi, favorito, che fossero compiuti su di lei atti sessuali, la donna rispondere anche di estorsione. Nelle intercettazioni telefoniche compaiono le conversazioni tra lei e un ex prete col quale aveva avuto una relazione. Lei lo ricattava facendogli credere che la bimba che portava in grembo era stata concepita durante una delle loro scappatelle. A più riprese si era fatta dare del denaro per un totale di 4mila euro. L’uomo aveva pagato per il timore che la 31enne potesse raccontare tutto alla moglie.

La figlia in vendita. La terribile storia di degrado familiare è stata scoperta dai carabinieri grazie ad un’attività di intelligence della procura Antimafia di Salerno che stava indagando su un pregiudicato legato a gruppi criminali della Piana del Sele. Tra le intercettazioni c’erano anche quelle sull’utenza della 31enne, a quel tempo legata da una relazione sentimentale con l’uomo finito nel mirino dell’Antimafia. Ai carabinieri di Battipaglia sono arrivate così le trascrizioni delle telefonate tra la 31enne e il pensionato, col quale l’arrestata aveva intrattenuto un’altra relazione a sfondo sessuale a pagamento; e quelle tra la donna e l’ex prete, che si lamentava di aver dato fondo a metà del suo stipendio per esaudire le sue continue richieste di denaro. L’attività investigativa è durata quattro mesi, da giugno a settembre dello scorso anno. In questo periodo i carabinieri hanno eseguito un’indagine accurata, ma con discrezione. Hanno fatto appostamenti e pedinamenti, rilevando quando - almeno in un caso - la ragazzina, accompagnata dalla madre, si era recata a casa dell’82enne, precisamente nel giardino dello stabile, per compiere pratiche sessuali. A richiedere gli incontri, talvolta con insistenza, era l’arrestata che, da autentica maitresse, assillava telefonicamente il pensionato, proponendogli delle visite a domicilio alle quali avrebbe partecipato anche “la criatura”. Sono decine di telefonate intercettate dai carabinieri, tutte partite dall’utenza dell’arrestata che, per rendere più appetibile la proposta, imitava la voce della figlia, facendo credere all’anziano che era la dodicenne a proporsi per compiere atti sessuali.

La situazione ambientale in cui accadono i soprusi sulla ragazzina è di basso profilo culturale e di profonda indigenza. La mamma finita in manette ha avuto in passato problemi legati alla dipendenza da stupefacenti. Negli ultimi anni si era legata ad un esponente della delinquenza locale che - secondo le indagini dei carabinieri - dovrebbe essere il padre genetico della seconda figlia.

La situazione economica deficitaria costringeva la 31enne ad abitare ancora con i genitori. Ed è a casa dei nonni della dodicenne che ieri i carabinieri sono andati a bussare. Hanno atteso che la ragazzina non fosse in casa, ma a scuola a seguire le lezioni, per notificare il provvedimento. Alla contestazione delle accuse l’arrestata si è inizialmente difesa sostenendo che si trattava di un fraintendimento. Come a voler sostenere che fosse stata data una chiave di lettura sbagliata dell’intera vicenda. Come richiesto dal pm Elena Guarino per la 31enne è stata disposta la misura cautelare in carcere, benché la donna debba accudire la più piccola delle figlie. Non è stata accolta, invece, la richiesta di arresto per l’anziano anche per la sua età avanzata.

Massimiliano Lanzotto

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