«Velia, reperti archeologici abbandonati in una galleria» 

Il senatore Castiello ha chiesto al ministro Bonisoli un’ispezione nell’area di Ascea «Oggetti ritrovati durante gli scavi chiusi da anni in un tunnel di proprietà delle Ferrovie»

ASCEA. «Numerosi reperti del parco archeologico di Elea-Velia sono abbandonati nell’area degli scavi all’interno di una galleria dismessa delle Ferrovie dello Stato». È la denuncia del senatore Francesco Castiello che nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione parlamentare direttamente al ministro per i beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli. «Le operazioni di scavo – scrive nell’interrogazione Castiello - hanno portato alla luce ragguardevoli reperti sotto il profilo quantitativo e qualitativo che sono però da molti anni racchiusi in delle casse abbandonate in una galleria, il che non può non suscitare sconcerto e indignazione».
Il senatore adesso vuole vederci chiaro sull’intera vicenda e ha già chiesto di poter effettuare un’ispezione sul posto nel quale sarebbero chiusi i reperti recuoerati in diverse sedute di scavo nell’area in questione. «Sto ancora aspettando una risposta ufficiale – spiega Castiello – ma spero di poter far visita all’area archeologica già nelle prossime ore».
Castiello è un fiume in piena. «L’attenzione degli amministratori locali e delle forze politiche si è soffermata esclusivamente sulla questione burocratica dell’assegnazione del sito archeologico di Elea-Velia al polo museale di Paestum, ma il vero problema è invece costituito dalla custodia ed esposizione al pubblico dei reperti archeologici che impreziosiscono quell’area visitata da tanti turisti».
Intanto Castiello ha già incontrato anche il ministro Bonisoli. «Mi ha assicurato che si occuperà personalmente della situazione del parco archeologico di Elea-Velia e mi ha chiesto di essere aggiornato su eventuali sviluppi».
Il senatore grillino ora punta all’allestimento del museo archeologico di Elea-Velia. «A mio parere – spiega ancora – sarebbe un atto di doverosa coerenza con la qualificazione da parte dell’Unesco dell’area come “paesaggio culturale” di eccezionale valore e costituirebbe, altresì, un atto di doverosa coerenza con riguardo agli orientamenti governativi di valorizzazione delle aree depresse del Mezzogiorno, incise da gravissimi fenomeni di spopolamento qual è appunto il Cilento». Poi aggiunge: «L’apertura del museo archeologico di Elea-Velia consentirebbe, tra l’altro, di riattrarre in loco numerosi reperti che sono attualmente disseminati in varie strutture museali fuori dal nostro territorio; ciò contribuirebbe all’arricchimento del museo stesso tale da consentirgli di conseguire il livello di efficace attrattore turistico-culturale, in grado di orientare ben più consistenti flussi turistici di visitatori presso il parco archeologico velino. E, naturalmente – conclude - potrebbero esserci anche rilevanti vantaggi sotto il profilo occupazionale».
Vincenzo Rubano