Veleni nel Tusciano Melma e acqua nera da un canale irriguo

Il blitz della polizia municipale di Olevano e dei tecnici Arpac Nel mirino le attività industriali della zona. Un dossier ai pm

L’acqua del fiume Tusciano che diventa improvvisamente nera; e la polizia municipale di Olevano sul Tusciano scopre un canale di irrigazione nel quale è stato riversato un liquido untuoso di colore olivastro. La condotta in superficie è in località Frosano e sbocca proprio nel fiume. Nella giornata di ieri gli agenti del locale comando, guidato dal tenente colonnello Gerardo Iuliano, insieme ai tecnici dell’Arpac, hanno fatto dei prelievi anche nel torrente Tarazzo che segna il confine tra Olevano e Montecorvino Rovella. Ai margini dell’alveo è stata trovata della materia melmosa nerastra.

Il quadro descritto dagli investigatori è preoccupante. L’inquinamento delle acquee fluviali appare diffuso. A far scattare le indagini ambientali sono state le continue lagnanze di alcuni residenti di Olevano e di Battipaglia, spaventati dal fiume che cambiava colore. La protesta ha trovato sfogo sui social dove un residente di località Ferriere di Olevano ha postato giovedì un video di circa due minuti di un canale nel quale scorreva acqua scura e di cattivo odore.

Per alcuni giorni, di buon mattino, gli agenti della polizia municipale, guidati sul campo dal maresciallo Luigi De Rosa, hanno eseguito dei sopralluoghi a campione. Le sole foto descrivono una situazione ambientale disastrosa. Le indagini dell’Arpac si sono concentrate in tre punti strategici. I prelievi di liquidi sospetti hanno interessato la località Festola, dove confluisce il torrente Cornea nel Tusciano, e la località Fiumillo, all’altezza della diga del Consorzio di Bonifica Destra Sele. Il terzo campione è stato prelevato dal torrente Tarazzo che converge nel Cornea. I primi rilievi dicono della presenza di una sostanza oleosa e di un lezzo insopportabile. Nel mirino sono finiti tutti i canali che scaricano nei corsi d’acqua principali. Uno di questi è il canale irriguo in località Frosano che – come dicono alla polizia municipale – ha il fondale e le pareti di cemento scurite da sostanze inquinanti.

Nel frattempo è stata inviata una prima informativa alla procura, ipotizzando contro ignoti violazioni al codice dell’Ambiente.

Una nota esplicativa è stata inviata al sindaco di Montecorvino Rovella, Egidio Russomando, a quello di Olevano, Michele Volzone, e alla commissione straordinaria della città di Battipaglia. Prima di avanzare ipotesi, la polizia locale attende i risultati di laboratorio dell’Arpac che dovranno chiarire la natura della materia olivastra che ha colorato le acque del Tusciano.

A lanciare per primi l’allarme furono alcuni attivisti battipagliesi preoccupati dal colore dell’acqua che scorreva sotto il ponte di via Roma. Diventò all’improvviso scura e non per un effetto cinematografico. Gli investigatori non si sbilanciano, ma è concreto il sospetto che nel fiume sono state scaricate tonnellate di reflui liquidi della lavorazione di opifici della zona. Anche con l’ausilio di autobotti, di notte.

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