Vaticano, altri indagati a Salerno

Nell’inchiesta finisce un capo ufficio dell’Apsa che avrebbe aiutato Scarano

C’è anche il nome di un capo ufficio della sezione straordinaria dell’Apsa tra quelli che la Procura di Salerno ha iscritto nel registro degli indagati per l’operazione di riciclaggio attribuita a monsignor Nunzio Scarano. Stefano Lori, nominato nel 2011 da Benedetto XVI, rivestiva già l’incarico di “officiale” e secondo gli inquirenti potrebbe avere aiutato il sacerdote salernitano nelle sue spregiudicate manovre finanziarie. Quello di Lori sarebbe uno dei nomi emersi nella seconda tornata di interrogatori condotta dal sostituto procuratore Elena Guarino, dopo che una fetta dei 56 indagati per il presunto riciclaggio del 2009 ha chiesto di essere ascoltata facendo retromarcia sulla scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere. Gli interrogatori si stanno svolgendo al Nucleo tributario della Guardia di Finanza, gudiati dal tenente colonnello Antonello Mancazzo, e secondo le indiscrezioni starebbero svelando il ruolo di altre figure che avrebbero in qualche modo partecipato all’organizzazione dello scambio tra soldi e assegni circolari con cui monsignor Scarano ha estinto un mutuo ipotecario di 560mila euro. Lo scambio avveniva nello studio della commercialista Tiziana Cascone e lei stessa, con alcuni familiari, figura tra i firmatari dei titoli e quini tra gli indagati. Il sospetto è che l’iter abbia però coinvolto altri livelli organizzativi, forse lo stesso capo ufficio della sezione straordinaria Apsa, deputata ad amministrare, oltre ai beni mobili propri, quelli che le vengono affidati da altri enti della Santa Sede.

Gli interrogatori proseguono anche a Roma, dove è stato ascoltato pure un funzionario della società degli armatori salernitani D’Amico. Nei prossimi giorni dovrebbe essere risentito anche Scarano, che dopo il “no” del Riesame alla scarcerazione si prepara a rispondere di nuovo alle domande degli inquirenti. (c.d.m.)

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