Vasca diventa un pascolo Vengono apposti i sigilli

Sarno: nell’area sono stati rinvenuti anche numerosi rifiuti di vario genere L’opera era stata realizzata subito dopo la frana e abbandonata a se stessa

SARNO. Sequestrata la vasca di san Giovanni a Trave. Comunemente, l’area è conosciuta come il “lagno” e, nel dopoguerra, era adibita anche a campo di calcio. Era ed è una vasca di laminazione delle acque piovane che, nel sistema delle opere post frana, ha assunto un ruolo strategico. Il nucleo operativo di polizia ambientale della Polizia Provinciale ha messo i sigilli al vascone, affidandone la custodia al responsabile del settore manutenzione del comune. Secondo l’autorità procedente, la vasca era stata trasformata in una discarica a cielo aperto e, nel provvedimento cautelare, sono stati posti sotto sequestro anche i rifiuti che vi sono stati rinvenuti.

La polizia provinciale ha anche deferito all’autorità giudiziaria alcune persone ritenute responsabili dello stato fatto, contestando i reati di pascolo abusivo e gestione illecita di rifiuti sia speciali che ordinari. L’area demaniale era stata già da tempo oggetto di segnalazioni anche dai residenti che lamentavano, soprattutto, la presenza dei rifiuti speciali, che, oltre a generare preoccupazione per la loro natura, causava anche timore per la perfetta efficienza del sistema idraulico. Gli agenti, al momento del sequestro, hanno rinvenuto nella vasca anche animali che pascolavano, risalendo, poi, ai proprietari. La vasca, in passato, era anche finita al centro di polemiche per il fatto che, al di sotto, vi è una scuola elementare che, nell’immediato post frana, non sembrava il massimo della sicurezza. Il lagno faceva parte di un antico sistema di raccolta che, poi, dalla vasca di via Sarno Palma, attraverso un canalone, oggi diventato via Cannellone, disperdeva l’acqua nella campagne a valle fino a raccordarsi col fiume.

Anche se non costruita con i fondi della frana, il sequestro, però, porta di attualità il problema della gestione delle opere post frana da parte dell’Arcadis che ha ereditato la gestione dei canali e delle vasche sul territorio. Più volte, infatti, segnalazioni per lo stato di abbandono del sistema idraulico sono pervenute e, di recente, gli stessi operatori dell’Arcadis, chiamati a effettuare sopralluoghi sui posti, hanno relazionato che i fattori antropici sono particolarmente spiccati. In effetti, si riferiscono all’abbandono indiscriminato dei rifiuti che rischia proprio di compromettere l’efficienza idraulica. Per la pulizia, nel gennaio 2013, venne nominato un apposito commissario.

Gaetano Ferrentino

©RIPRODUZIONE RISERVATA