CAPACCIO PAESTUM

Varolato, impianto in tilt: decine di milioni a mare 

I primi progetti e finanziamenti risalgono ai tempi della Cassa per il Mezzogiorno

CAPACCIO PAESTUM. «1518 dischetti in circa 250 metri di spiaggia», annunciano da Legambiente Paestum. Loro hanno cominciato già a raccoglierli, i “carrier” scappati dal depuratore di Paestum. Sarà il sindaco di Capaccio ad avere la custodia giudiziaria e la sorveglianza tecnica del “colpevole”, il depuratore di Varolato. In testa a lui ora sono tutti i poteri sulla gestione dell’area dalla quale sono fuoriusciti i dischetti che hanno invaso molte zone del Tirreno. Si tratta di filtri adoperati dalla Veolia Water Technologies Italia, la società incaricata dei lavori. L’impianto è regolarmente in funzione per tutte le attività previste. Gli accertamenti della Capitaneria di porto sono concentrati sulle responsabilità per la fuoriuscita dei filtri. Le indagini, allo stato, sono finalizzate, anche mediante l’immediata nomina di consulenti tecnici, ad accertare quali sono state le cause della fuoriuscita dei carrier e il livello inquinante del fenomeno. La Procura ha deciso la facoltà di uso esclusivamente per la depurazione primaria e, pertanto, senza pericolo di ulteriori fuoriuscite. Varolato è la zona consacrata alla salvaguardia ambientale del mare di Paestum. I primi progetti e soldi risalgono ai tempi della Cassa per il Mezzogiorno e dell’Agensud. Con un depuratore, un’isola ecologica e poi la condotta per portare a mare i reflui, e infine quella sottomarina. E poi un inutile pontile a mare. Dieci milioni e mezzo di euro furono spesi solo nel 2012, per “adeguare” il depuratore.
Oreste Mottola
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