Vanacore sarà processato No al patteggiamento

Il ventenne di Sala Consilina andrà in aula con l’accusa di omicidio colposo Guidava l’auto a bordo della quale morirono le sanseverinesi Letizia e Saveria

Rinvio a giudizio accolto con la prima udienza dibattimentale che si terrà nel mese di maggio del prossimo anno. È questo il verdetto emesso ieri mattina dal gup del tribunale di Salerno, De Luca, in merito all’omicidio colposo a carico di Raffaele Vanacore, il ventenne di Sala Consilina che nell’agosto del 2011, secondo l’accusa, avrebbe causato la morte di Saveria Ingenito e Letizia Gammella, due diciottenni di Mercato San Severino. Nella notte tra il 2 e il 3 agosto 2011, le due ragazze si trovavano a bordo dell’Audi A4 guidata da Vanacore, “responsabile – come ha scritto il pubblico ministero Paternoster – di aver tenuto una condotta contraria sia alle più elementari regole di diligenza, perizia e prudenza, sia alle norme imposte dal codice della strada”.

In quella tragica occasione il veicolo occupato da Vanacore, Ingenito, Gammella e un altro giovane di Pagani rimasto ferito, mentre ritornavano a casa, perse il controllo urtando contro un totem pubblicitario posizionato nei pressi dell’uscita autostradale di Fisciano. Secondo l’impianto accusatorio, la causa dell’incidente sarebbe da rintracciare nell’alta velocità. La vettura, infatti, procedeva a circa 100 chilometri orari laddove era obbligatorio tenere un’andatura che non superasse il limite di 50 orari, avendo tra l’altro effettuato un sorpasso molto azzardato.

A seguito del tremendo impatto non ci fu nulla da fare per le due ragazze, mentre Vanacore e l’altro giovane riuscirono a salvarsi, presumibilmente per il fatto di aver allacciato le cinture di sicurezza e per l’attivazione degli airbag.

A conclusione delle indagini, l’imputato, attraverso il proprio legale, Vincenzo De Vita, ha presentato istanza di patteggiamento a due anni con pena sospesa. Una richiesta che ha visto la ferma opposizione del pm che ha chiesto il rinvio a giudizio.

Mario Rinaldi

©RIPRODUZIONE RISERVATA