«Valvole per ridurre lo spreco d’acqua» 

Giugni (Federico II): intervento semplice che si innesta sulla rete esistente, cominceremo a sperimentarlo a Napoli

VALLO DELLA LUCANIA. Per mettere un freno alla situazione disastrosa in cui versano le tubature del Cilento, si potrebbe adottare l’idea del Dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale della Federico II di Napoli. Il Dipartimento è diretto da Maurizio Giugni, docente di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia.
Professore, cominciamo con un’affermazione. La crisi idrica non è dovuta solo alle poche piogge…
«Le poche piogge hanno sicuramente un ruolo principe nella mancanza d’acqua per le utenze private ma ci sono anche altri due fattori da evidenziare. Il cambiamento climatico che stiamo vivendo negli ultimi anni, con un sensibile aumento della temperatura media, e le tubature fatiscenti, incapaci di compiere appieno il proprio lavoro di distribuzione dell’acqua
Le istituzioni possono fare di più?
«Sicuramente, anche se si tratta di investimenti ingenti che gli Enti non riescono a fronteggiare. Questa è purtroppo una storia vecchia sulla quale si potrebbe e si dovrebbe discutere per ore…».
La situazione nel Cilento e in Campania è ben nota. È così anche in altre parti d’Italia?
«A livello nazionale le perdite si attestano sul 40% ma ci sono dei sistemi acquedottistici che arrivano a perdere il 60-70% di liquido originariamente immesso. Ciò, purtroppo accade in particolare al Sud e la cronaca recente ci dà ragione. Tali perdite non sono dovute soltanto alle falle nei tubi ma ad una pressione elevata che la condotta non riesce a reggere e a gestire correttamente».
Proprio su questo aspetto il Suo Dipartimento ha studiato e si è visto finanziare un particolare progetto. In cosa consiste?
«Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha valutato positivamente l’idea del Dipartimento che ho l’onore di dirigere. Abbiamo messo a punto un impianto innovativo col quale ridurre gli sprechi d’acqua attraverso il monitoraggio della pressione in rete con particolari valvole atte a regolarla. Inoltre tale impianto non è per nulla oneroso, semplicemente installabile e utile a produrre energia idroelettrica sfruttando delle pompe particolari applicate alle valvole. Nelle prossime settimane il primo esemplare entrerà in funzione nel quartiere napoletano di Soccavo. Per l’occasione saranno installati anche dei lettori a distanza al fine di gestire al meglio la risorsa idrica».
Per applicarlo è necessaria la sostituzione della rete?
«No, e questo è un grande vantaggio a nostro favore. È un intervento semplice e poco invasivo che va a posizionarsi sulla rete già preesistente».
Lo si può applicare ovunque?
«Ovunque ci sia il problema della pressione. Grazie all’ente Abc lo applicheremo a Napoli ma uno simile è già in funzione in Turchia, con i dovuti distingui ma il fondamento è lo stesso. La nostra idea può arrivare lontano perché così possiamo combattere le perdite e fermare gli sprechi. Ne giovano l’ambiente, in primis, le casse degli enti e le tasche dei contribuenti».
Arturo Calabrese
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