Vallo, sindaco indagato per la morte del 17enne

La difesa del cardiochirurgo Aloia: «Abbiamo fatto il possibile per salvarlo» Domani l’incarico per eseguire l’autopsia. La famiglia nomina un perito

VALLO DELLA LUCANIA. Indagini a tutto campo per fare chiarezza sulla morte del 17enne di Futani Giuseppe Curto, spirato giovedì notte nell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania. Domani mattina, alle 12, il sostituto procuratore Valeria Palmieri, che coordina le indagini, affiderà formalmente l’incarico al medico legale Luigi Mastrangelo per l’autopsia che verrà effettuata, se non vi saranno eccezioni da parte dei legali degli undici indagati, nel pomeriggio di domani. L’avvocato della famiglia Curto, Antonello Natale, ha invece nominato come medico legale Giuseppe Consalvo. Nelle ultime ore i carabinieri della locale stazione stanno passando al setaccio l’intera documentazione sanitaria riguardante il malcapitato. Non solo la cartella clinica ma anche le prescrizioni sanitarie effettuate dal medico curante al 17enne negli ultimi due mesi. Gli indagati al momento restano undici: tre primari, quattro medici interni, due medici esterni e due infermieri. L’imputazione è di omicidio colposo. L’iscrizione nel registro degli indagati di tutti i sanitari, che a vario titolo hanno visitato il giovane, è un atto dovuto. Saranno le indagini ora a fare chiarezza su eventuali responsabilità. Tra gli indagati c’è anche il sindaco di Vallo della Lucania Toni Aloia, cardiochirurgo in servizio al San Luca. Giovedì sera si trovava in servizio in ospedale e si è accorto subito della gravità della situazione. «L’avviso di garanzia – tiene a precisare Aloia - è proprio un atto di garanzia per noi operatori. Al momento preferisco non fare dichiarazioni in merito all’accaduto, per rispetto della magistratura e di chi porta avanti le indagini. Parlerò solo dopo l’autopsia ma quello che posso anticipare e che il giovane è arrivato in condizioni gravissime. L’intera equipe ha fatto il possibile per salvarlo. Il resto sono solo falsità». Il giovane viveva a Futani, a casa di una zia, dopo la separazione dei genitori. Dal racconto dei familiari il 17enne da circa due mesi avvertiva sintomi influenzali: mal di testa, febbre e veniva curato con l’aerosol.

Un secondo medico che lo ha visitato ha disposto il ricovero immediato del ragazzo in ospedale: sospettava una pericardite. Quando è arrivato al pronto soccorso la situazione era molto critica. La situazione è degenerata in poche ore, il cuore di Giuseppe ha smesso di battere giovedì notte.

Vincenzo Rubano

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