Vademecum per pagare la mini-Imu Il versamento entro una settimana

Il calcolo dell’importo dovuto nei 43 comuni salernitani che hanno aumentato l’aliquota Per fine mese occorrerà saldare anche l’importo della Tares secondo le tariffe Tarsu del 2012

Un altro mese di assoluto caos per i contribuenti, tra saldo Tares e mini-Imu: dopo il dicembre infernale, anche a gennaio tocca metter mano al portafogli per sistemare pendenze riconducibili in toto al caos ch’è imperversato sul finire del 2013, tra vecchie e nuove imposte e aliquote rincarate dopo i pagamenti. Partiamo dalla mini Imu che ha colpito i proprietari di immobili localizzati in comuni (43 in provincia di Salerno) che, nel corso del 2013, hanno deliberato aumenti dell’aliquota sulla prima casa fino al massimo consentito dalla legge (6 per mille: se ne sono avvalsi i Comuni di Acerno, Battipaglia, Bellizzi, Bellosguardo, Eboli, Montecorvino Pugliano, Nocera Inferiore, Pellezzano, Polla, Romagnano al Monte). Lo Stato, a seguito della soppressione dell’imposta sulla prima casa, si è accollato soltanto il 60 per cento del mancato gettito Imu sugli incrementi deliberati, imponendo ai Comuni (e quindi ai proprietari di immobili) la copertura del restante 40 per cento (pari a circa 440 milioni di euro). Quindi in tutti i Comuni in cui sono stati deliberati aumenti delle aliquote sulla prima casa nel corso del 2013, i proprietari dovranno integrare le somme già versate con la mini-Imu, entro il 24 gennaio. «Chi non ha pagato l’Imu nel 2013 perché in possesso della sola prima casa – chiarisce Altroconsumo – è bene che verifichi l’aliquota deliberata dal proprio Comune. Se infatti è stato deliberato un aumento sulle abitazioni principali rispetto all’aliquota base del 4 per mille, dovrà pagare la differenza».

Come si quantifica la differenza da pagare? Il calcolo non è difficilissimo, ma richiede quanto meno un minimo di applicazione. Bisogna innanzitutto calcolare l’imposta al 4 per mille con le detrazioni di 200 euro: supponiamo che da questo calcolo, venga fuori un’imposta di 300 euro. Quindi, bisogna procedere ad un ulteriore calcolo con la nuova aliquota fissata dal Comune (al netto delle eventuali nuove detrazioni deliberate): immaginiamo che, con le nuove aliquote, il contribuente sia tenuto a pagare 400. Il primo importo (300) andrà detratto al secondo (400).

La mini-Imu da pagare entro il 24 gennaio, consiste nel 40 per cento della somma così ottenuta (100): nella nostra ipotesi, la mini-Imu da versare è pari a 40 euro. Non si versano gli importi inferiori a 12 euro.

Da segnalare che, nel caso di alcuni comuni, la cifra da versare sarà davvero irrisoria: è il caso, ad esempio, di Serre, dove l’aliquota è stata alzata solo di un decimo di punto rispetto a quella base del 4 per mille. Di conseguenza si dovrà versare il 40 per cento della differenza tra il 4 e il 4,10 per mille. Non molto diverso il discorso per Campagna dove l’aliquota era stata portata al 4,3 per mille.

Da saldare questo mese non c’è però soltanto la mini Imu, ma anche la Tares, l’imposta (battezzata nel 2013 ma già condannata ad andare in soffitta, “assorbita” da nuove imposte) suddivisa in tassa sui rifiuti (Tarsu, di competenza dei Comuni) e tributo per i servizi indivisibili di competenza dello Stato (Tia). Il decreto “Imu-2” ha consentito ai Comuni di applicare, per il 2013, la Tarsu e la Tia utilizzate nel 2012. Molti comuni si sono avvalsi di questa possibilità, salvo poi imbattersi in una sgradita sorpresa: il Governo ha infatti preteso il pagamento della maggiorazione dell’imposta di competenza statale (0,30 euro a metro quadro), costringendo i Comuni ad attivarsi sollecitamente per riscuotere la quota di imposta di competenza statale.

Una pioggia di bollettini postali e modelli F24 (peraltro in una nuova tipologia non pagabile online) è quindi stata inviata ai malcapitati contribuenti. E tocca pagarli entro questo mese.

Remo Ferrara

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