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Uxoricida: fughe e ritorno ai domiciliari

SAPRI. Lascia per ben due volte l’abitazione dove aveva iniziato a scontare gli arresti domiciliari, a Scalea in Calabria. Poi torna in carcere a Paola. Infine nuovamente ai domiciliari nella...

SAPRI. Lascia per ben due volte l’abitazione dove aveva iniziato a scontare gli arresti domiciliari, a Scalea in Calabria. Poi torna in carcere a Paola. Infine nuovamente ai domiciliari nella cittadina calabrese ad una quarantina di chilometri di Sapri. Succede tutto in un paio di giorni.
Gabriele Milito, il 75enne che nella notte dello scorso 29 aprile uccise con un colpo di pistola calibro 7,65 alla nuca la moglie Antonietta Ciancio, di 69 anni, aveva eluso la misura restrittiva, al quale era sottoposto dopo che era stata accolta dal tribunale del Riesame di Potenza la richiesta dei suoi legali, «ma non con l’intenzione di evadere - sostiene uno di loro, l’avvocato Felice Lentini - bensì per chiedere aiuto ai carabinieri, in quanto in casa viveva una situazione di profondo disagio poiché non riceveva l’assistenza adeguata ad una persona in uno stato di incapacità di intendere e volere».
Secondo quanto riferisce Lentini, Milito dapprima chiama il 118 per farsi accompagnare in caserma. Poi si ripresenta dai carabinieri e, mentre gli uomini in divisa cercano di riaccompagnarlo a casa, oppone loro resistenza. Così, per lui scattano nuovamente le manette e si riaprono le sbarre, ma della casa circondariale di Paola. Una volta convalidato l’arresto, nel pomeriggio il giudice con rito direttissimo decide di ricollocare nuovamente l’uxoricida ai domiciliari a Scalea.
L’avvocato Lentini, intanto, ha presentato istanza al tribunale di Lagonegro affinché venga valutata la possibilità che per l’ex ragioniere saprese di attivata la rete socio-assistenziale.
Vito Sansone
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