la sentenza

Utente bombardato di telefonate, Telecom condannata

Chiamano a ogni ora del giorno e anche della sera. Il telefono squilla a pranzo, perché semmai dai registri emerge che solo a quell’ora si risponde a telefono, oppure a cena, quando nei call center...

Chiamano a ogni ora del giorno e anche della sera. Il telefono squilla a pranzo, perché semmai dai registri emerge che solo a quell’ora si risponde a telefono, oppure a cena, quando nei call center presumono che si è ritornati da lavoro. La metodologia è sempre la stessa: “Pronto. La contatto per farle un’offerta telefonica per conto di…”. Quante volte, rispondendo al telefono, si è sentita questa frase.

Tutti gli operatori lo fanno. Questa volta però è andata male alla Telecom. Un signore di Pagani non ce l’ha fatta più. Troppa l’esasperazione. Dopo averle tentate tutte, anche l’iscrizione nel Registro pubblico delle opposizioni, ha deciso di rivolgersi alla magistratura.

Assistito dall’avvocato Nicola Iannone ha chiesto i danni alla Telecom. Il legale già in passato si è speso sul fronte della difesa dei consumatori. Questa volta ha fatto bingo, vincendo una causa che potrebbe lasciare il segno rispetto alle pratiche aggressive del telemarketing. La causa è stata esaminata dal Giudice di pace di Nocera Inferiore che, dopo aver ascoltato la tesi dell’avvocato Iannone e le controdeduzioni del rappresentante della compagnia telefonica, ha accolto il reclamo del ricorrente. Pubblicità molesta, questo il motivo della condanna ai danni della Telecom. La compagnia ora dovrà pagare 800 euro al consumatore di Pagani per danno morale ed esistenziale o ricorrere in appello.

Un pronunciamento arrivato prima di un’altra e più importante sentenza. Infatti, alcuni giorni dopo la decisione del giudice nocerino Davide Palladino, la Cassazione si è espressa su un caso analogo, ma con protagonista un operatore telefonico mobile.

«Il mio assistito – ha spiegato Iannone – nel 2013 è risultato vittima di una pratica commerciale aggressiva. Le telefonate promozionali, reiterate nel tempo, hanno comportato stress e turbamento psichico, interferenza nella vita privata e alterazione della serenità». Un’esperienza che hanno vissuto e vivono in tanti, seppure iscritti al Registro delle opposizioni.

«Il comportamento del gestore telefonico – ha aggiunto – incurante dell’iscrizione nel registro delle opposizioni, si è connotato della caratteristica della petulanza, ossia di quel modo di agire pressante, ripetitivo, insistente, indiscreto e impertinente che finisce per interferire nella sfera di libertà e quiete delle persone». Un precedente scomodo per la Telecom, ma anche per gli altri gestori di telefonia.

Salvatore D’Angelo

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