Usura a Campagna, il giudice libera moglie e figlia del boss

CAMPAGNA. Dopo un anno di custodia cautelare tornano libere (col solo divieto di allontanarsi dal territorio nazionale)la moglie e la figlia di Liberato Marcantuono, il boss che secondo la Dda era...

CAMPAGNA. Dopo un anno di custodia cautelare tornano libere (col solo divieto di allontanarsi dal territorio nazionale)la moglie e la figlia di Liberato Marcantuono, il boss che secondo la Dda era il regista di un giro di usura che aveva a Campagna il suo quartier generale ma si estendeva in tutta la Piana del Sele.

Il gup, accogliendo l’stanza presentata dagli avvocati Di Perna e Vauro, ha dunque rimesso in libertà la figlia di Marcantuono, Antonella, e la moglie del boss, Costanza Lidia Di Dio. Entrambe, secondo l’accusa, facevano anche loro parte dell’organizzazione tanto che tre giorni fa sono state condannate in primo grado. Ad Antonella Marcantuono sono stati inflitti tre anni e 4 mesi di reclusione, alla madre, invece, 4 anni e 4 mesi (otto mesi in più dei tre anni e mezzo chiesti dal pubblico ministero e titolare dell’inchiesta, Antonio Centore). La sentenza è stata emessa dal gup Di Florio, al termine del processo con rito abbreviato. Lo stesso gup aveva respinto i patteggiamenti per Giovanni Prisco e Angelo Di Leo di Contursi Terme, per la contestazione di una circostanza aggravante ritenuta erronea.