DOCENTi INDAGATI All’UNIVERSITà 

Uso dei cellulari, Vento dal gip Per D’Apice deciso lo stralcio

FISCIANO. Nuovi elementi sulla vicenda dei due docenti dell’Università degli Studi di Salerno, indagati per aver utilizzato telefonini “didattici” a scopi personali e non istituzionali. La posizione...

FISCIANO. Nuovi elementi sulla vicenda dei due docenti dell’Università degli Studi di Salerno, indagati per aver utilizzato telefonini “didattici” a scopi personali e non istituzionali. La posizione del professore Ciro D’Apice è stata infatti stralciata, mentre per il suo collega Mario Vento, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Elettrica e Matematica Applicata, è stata avanzata la richiesta di rinvio a giudizio, con udienza preliminare fissata dinanzi al gip Valiante.
Il primo passo fu l’avviso di conclusione di indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore. D’Apice (50 anni, di Castellammare di Stabia) - difeso dagli avvocati Giuseppe Della Monica e Stanislao Sessa - e Vento (57 anni, nato a Napoli) - difeso da Agostino De Caro - erano indagati per peculato. Incaricati di pubblico servizio, disponevano di due cellulari, iPhone 6 (afferente ad un bando di spesa per 1668 euro) e un cellulare iPhone 6 Plus (con un bando di spesa per 1059 euro), da utilizzare per scopi didattici e connessi alla realizzazione di App.
Gli inquirenti accertarono che nel cellulare in uso al Vento era inserita una scheda Sim personale a lui intestata. Dalle memorie difensive, tuttavia, si è evidenziata una differenza di posizioni. Per D’Apice è stata dimostrata la carenza dell’elemento oggettivo del reato, dato che l’utilizzo delle due apparecchiature in causa non sarebbe avvenuto per uso personale ma per esigenze didattiche. È stata così richiesta l’archiviazione.
Diversa è la faccenda di Vento. Qui il difensore, non negando che il direttore utilizzava il telefono con una scheda a lui intestata, avrebbe eccepito la carenza di dolo perché tale comportamento sarebbe stato indotto in buona fede da un provvedimento amministrativo che lo aveva costretto a trasformare una sim, intestata all’Università, in una a lui intestata, mantenendo lo stesso numero di telefono, che sarebbe stato sempre usato per esigenze connesse al suo status.
Davide Speranza
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