Elezioni provinciali

Uscenti e “volti noti” alla corte di Canfora

Dal sindaco di Salerno a quello di Eboli che si sposta al centro

SALERNO. Sembra che queste elezioni provinciali non interessino a nessuno. E pure, soprattutto dopo il naufragio del referendum costituzionale, le Province sono ancora lì e il loro potere è ancora determinante in materia di viabilità, ambiente, scuole – solo per citare i tre settori di maggiore interesse –. Con il voto di oggi si elegge il nuovo consiglio provinciale. Il presidente, Giuseppe Canfora, invece resta al suo posto per altri due anni, prigioniero di una legge strana che rinnova la squadra dopo due anni e il presidente dopo quattro. Bizzarrie della riforma Delrio. Questo potrebbe portare, in teoria, anche a una sorta di “coabitazione” fra presidente e Consiglio di colori politici diversi, una situazione piuttosto estranea alle istituzioni italiane. Al voto i cittadini non partecipano direttamente, ma interposta sindaci e consiglieri precedentemente votati alle amministrative. Non è proprio il massimo della democrazia, ma tant’è. Oggi saranno circa duemila gli amministratori che si recheranno a votare – 1855 aventi diritto –, se la neve caduta ieri e qualche defezione programmata, non ne riduca il numero.

Come si vota. Si chiama “voto ponderato” ma non lasciatevi trarre in inganno. Non si tratta di essere assennati, avveduti o riflessivi. Il voto è ponderato secondo il numero di abitanti che il singolo consigliere comunale o sindaco è chiamato a rappresentare. Che cosa significa? Semplice che il voto di un consigliere e del sindaco di Valle dell’Angelo (il paese più piccolo della nostra provincia) vale molto meno rispetto a quello ad esempio del confinante Piaggine, che di abitanti ne ha di più. E dunque a determinare l’elezione a consigliere provinciale sono certamente i voti dei Comuni più grandi; ma anche e soprattutto la sommatoria di “piccoli” voti costruita con un abile gioco politico dai candidati. A correre per il consiglio provinciale sono 82 candidati divisi in sette liste. Ne dovranno essere eletti 16 e, il loro lavoro a Palazzo Sant’Agostino, sarà svolto senza alcun compenso.

Gli uscenti. Nessuno venderebbe “tutti i sogni miei” come cantava Lucio Battisti. Ma certo è che ora, con il referendum bocciato, il Governo non può più fare finta che le Province sono in via di estinzione. E poi, per un consigliere o un sindaco, essere eletto significa guardare anche agli interessi del proprio territorio da un osservatorio più o meno privilegiato. Così, pur senza stipendio, si ricandidano nove uscenti. Nel Partito democratico i sindaci Carmelo Stanziola (Centola), Paolo Imparato (Padula); Antonio Rescigno (Bracigliano); Mimmo Volpe (Bellizzi) e il consigliere comunale Gerardo Malpede (San Gregorio Magno). Nella lista del Pd spunta anche il nome di Alberto Milo, consigliere comunale di Angri, precedentemente eletto nella lista dell’Udc. Con i moderati, nella lista Davvero al Centro, si ricandida anche Giovanni Guzzo consigliere comunale di Novi Velia. All’opposizione con Fratelli d’Italia, gli uscenti sono Giuseppe Fabbricatore, consigliere comunale di Nocera Superiore e Costabile Spinelli, sindaco di Castellabate.

Ecco i “volti noti”. Tra i nomi quello più blasonato è certamente il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli (Pd) che sostituisce le candidature cittadine dell’assessore Nino Savastano e Giovanni Coscia. Forza Italia punta sull’ex sindaco di Montecorvino Pugliano, Domenico Di Giorgio e Domenico Cardiello, consigliere comunale di Eboli. I Socialisti puntano su quattro nomi. Angelo Rizzo, presidente della Comunità montana Calore; Pasquale Sorrentino, vicesindaco di San Giovanni a Piro, Matteo Bottone, vicesindaco di Amalfi e Mino Pignata sindaco di Oliveto Citra. Tra i candidati “nuovi” anche il sindaco di Eboli, Massimo Cariello. Già assessore e consigliere provinciale, prima sotto l’ala protettiva del presidente Angelo Villani nella cui squadra entrò eletto nella lista di Rifondazione comunista e poi con Edmondo Cirielli, eletto nella lista del Nuovo Psi. Cariello ritorna nuovamente nel centrosinistra e, per rientrare a Palazzo Sant’Agostino, si candida con i moderati nella lista Davvero al Centro. Una nuova giravolta, questa, che ha creato non pochi maldipancia nella sua maggioranza. A fargli da argine, potrebbe essere proprio Cardiello che potrebbe catalizzare su di se l’attenzione dei malpancisti. Vedremo. Intanto oggi si vota dalle 8 alle 20.

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