SOS SANITA'

«Usca, i medici sono stati dimenticati»

I 200 specialisti in prima linea nella pandemia rischiano di restare senza lavoro: «E negli ospedali manca il personale...»

SALERNO - Hanno affrontato il carico dell’emergenza Covid, quando trovare un medico era quasi impossibile. Hanno lavorato senza risparmiarsi pure se molti hanno ritardi di mesi nei pagamento. E ora rischiano concretamente di rimanere senza lavoro. Un paradosso che si vive anche in provincia di Salerno per circa 200 medici che hanno prestato servizio nelle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale sorte nel corso delle prime fasi della pandemia per assistere i contagiati e non solo.

Ora rischiano di restare senza un lavoro, nonostante la carenza drammatica di camici bianchi negli ospedali, al 118 e alla medicina territoriale. Per tre anni sono stati il “fronte avanzato” della cura del virus assieme ai colleghi dei Pronto soccorsi, quando in tanti rimanevano rintanati in casa, ma ora lo Stato si dimentica di loro, dopo che, dal novembre 2020, hanno effettuato solo all’Usca di Salerno 42mila tamponi, 2.500 visite domiciliari, in più lavorano nei reparti Covid degli ospedali e per il day hospital per i monoclonali (circa mille le somministrazioni in tutta la provincia) e con 200 prescrizioni di antivirali. «Siamo circa 200, abbiamo supportato il sistema territoriale, gli ospedali e il day hospital monoclonale nel periodo massimo della pandemia. Ed ora, il 31 marzo, dovremmo andare a casa, mentre hanno stabilizzato altre categorie che hanno ben poco a che fare con il Covid », l’amarezza espressa sul futuro dei medici delle Usca da Francesco Clemente , uno degli operatori sanitari impegnati in prima fila nella lotta alla pandemia che ha raccolto la voce di tutti i colleghi. «Mancano medici al 118, all’Asl, ai Pronto soccorsi, sul territorio e noi rischiamo di andare a casa, nonostante la buona volontà e l’impegno profuso con assiduità, senza risparmiarsi, durante il periodo maggiore della pandemia - ha spiegato Clemente - . Un patrimonio di conoscenza e di esperienza maturata in questi tre anni di lavoro sul campo in tutta la provincia di Salerno che rischia di dispendersi a causa del mancato intervento del Governo guidato da Giorgia Meloni ».

È chiaro che i medici non rimarranno senza occupazione, attesa la richiesta da parte anche della Sanità privata o in altre regioni, per non parlare dell’estero. Il rischio è quello di perdere una grande occasione per rimpinguare i magri organici dei camici bianchi, soprattutto in aree del Paese dove la carenza è maggiore. Probabilmente, inoltre, la stabilizzazione potrebbe interessare solo una parte dei circa 200 medici a Salerno, visto che molti sono specializzati o specializzandi in diverse branche della medicina e quindi mirare ad altri impieghi. Il 50% degli impegnati nelle Usca, invece, potrebbe accettare di lavorare nel Salernitano. Nonostante per loro ci fossero contratti rinnovati anche sei o sette volte, nel Decreto mille proroghe non sono stati stabilizzati i medici dell’Usca, ma gli amministrativi, i tecnici informatici e quelli di laboratorio e veterinari.

Il medico dell’Usca propone anche delle soluzioni per un pronto impiego: «Potremmo lavorare, dopo aver seguito un corso sull’emergenza, al 118 o al Pronto soccorso. Potremmo affiancare i medici di base nella gestione dei pazienti a casa e aiutare il servizio di assistenza domiciliare integrata. Ed anche negli ospedali di comunità: c’è il rischio che come accaduto altrove, si aprano queste strutture ma senza personale ». Clemente chiede un intervento a deputati e senatori eletti nella provincia di Salerno: «Speriamo che le nostre rappresentanze parlamentari salernitane si muovano portando a una discussione in aula di un provvedimento di stabilizzazione del nostro profilo, nell’interesse in primis della Sanità e quindi dei cittadini». C’è poi un ennesimo paradosso che accomuna molti dei medici dell’Usca, quello dei ritardi nei pagamenti da parte dell’Asl (pagati 900 euro al mese), anche di otto mesi. Il perché è sconosciuto.

Salvatore De Napoli