Università popolare Mancusi dispone un’indagine interna

Sarno: sono molti gli aspetti poco chiari della convenzione Saranno i dirigenti del municipio a effettuare le verifiche

SARNO. Sul protocollo d’intesa tra il Comune e l’Università Popolare di Caserta arriva l’inchiesta interna disposta dal sindaco Amilcare Mancusi per fare chiarezza sui dubbi che vengono dai privati e dalle associazioni.

Il primo cittadino è netto, anche se qualche elemento lo porta alla discussione: «Chiederò che l’Ufficio preposto appronti una minuziosa relazione sui rapporti intercorsi in questi anni tra l’ente e l’Università Popolare. Non avrò remore a rendere pubblico il risultato che riguarda il rispetto dei patti della stessa convenzione»”.

Il sindaco continua: «Posso dire che l’Università Popolare, a fonte del mancato pagamento del canone, ha effettuato una serie di lavori documentati per ogni singolo anno. Queste opere tendono a preservare e rendere idonea la struttura, sostituendosi, in pratica, al Comune. Inoltre, so che ha anche in mente di effettuare a breve un intervento di riqualificazione dell’intero stabile o di gran parte di esso, incluso ingresso, parti scoperte e impianti a propria esclusiva cura e spese».

Nella convenzione tuttavia, si parla di messa a disposizione e non si fa riferimento a canoni. Quindi, sarebbe importante chiarire anche l’entità delle opere svolte su una struttura che molti residenti non esitano a definire in stato di abbandono.

Tra l’altro, un interrogativo nasce a proposito dei lavori di riqualificazione prospettati che potrebbero avere un grande costo, visto lo stato dell’immobile: perché un’associazione didattica dovrebbe sostenere a proprie cura e spese un investimento importante su un fabbricato del Comune?

La relazione promessa dal sindaco potrebbe portare chiarezza anche su altri aspetti. L’Università Popolare organizza corsi di formazione professionali, buoni attrattori di fondi pubblici e privati per offrire preparazioni specifiche agli iscritti.

Il rapporto con il Comune nasce nel 2005 con la firma del protocollo, poi, modificato nel 2006, quando l’ente assegna all’Università anche una sede al primo piano della ex scuola San Ferdinando in via Abignente. L’assegnazione, almeno dalle convenzioni, avviene a titolo gratuito con il Comune che si è fatto carico di tutte le utenze.

Tutto questo veniva giustificato dal fatto che, per i primi anni, l’Università teneva corsi di formazione gratuiti, in particolare per alimentaristi e corsi gratuiti di primo soccorso per vigili urbani e volontari. Da allora, la scuola del Borgo è diventata off limits per tutti e i residenti della zona si lamentano della cattiva condizione della struttura e di qualche inconveniente igienico sanitario.

Intanto, nelle aule, oltre al corso gratuito pattuito, del quale pochi hanno notizia, secondo un ultimo volantino, si tengono altri 16 corsi altri sedici corsi di formazione il cui costo oscilla dai 160 euro ai 5400. Insomma, l’impressione è che le cose da chiarire siano parecchie.

Gaetano Ferrentino

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