esordio in città

Unità d’Italia e Sud derubato Nasce il comitato “Due Sicilie”

Non è né un movimento e neppure un partito ma, semplicemente, un’associazione culturale, nata nel 2007 a Caserta, che mira a far riscrivere la storia del Mezzogiorno d’Italia. E, non a caso, si...

Non è né un movimento e neppure un partito ma, semplicemente, un’associazione culturale, nata nel 2007 a Caserta, che mira a far riscrivere la storia del Mezzogiorno d’Italia. E, non a caso, si chiama “Comitati delle Due Sicilie”, per ricordare come il Sud, 150 anni fa, sia stato sventrato, depauperato delle sue ricchezze e annesso al Nord, con uno “scellerato colonialismo”. Il silenzio su ciò che accadde realmente, a detta degli iscritti, si protrae da tantissimi anni e adesso è giunto il momento di ristabilire la verità storica e di riprendersi i propri diritti. E l’associazione, che conta circa cinquemila iscritti in tutta Italia, da venerdì sera è attiva anche a Salerno, con la sua prima uscita, presso la libreria Liberis, vero centro pulsante e culturale dell’iniziativa.

A tenere a battesimo la “cellula” salernitana” sono stati il padrone di casa Felice Turturiello, Vincenzo D’Amico della “D’Amico Editore”, il presidente dell’Associazione, Fiore Marro, autore del libro “La fine dei vinti - Giovanni D’Avanzo da gendarme a brigante” e il referente cittadino Guido D’Amore.

In tanti hanno voluto assistere all’evento, indipendentemente dal credo politico e dall’appartenenza sociale, anche se in città, per il momento, sono solo una decina gli iscritti ufficiali. Ma l’argomento è interessante e le verità “nascoste” sembrano essere un potente attrattore anche per i più scettici. «I Comitati delle Due Sicilie – ha evidenziato Marro – rappresentano tutti i meridionali intenzionati a uscire dallo stato di minorità in cui si trovano da troppo tempo e la volontà di realizzare questo progetto promuovendo la riscoperta della nostra gloriosa storia, della nostra identità e della nostra cultura, senza cui non potremo mai sperare di tornare a riprenderci la dignità, il posto e il ruolo che ci competono».

Dunque nessuna aspirazione ad entrare in maniera diretta nell’agone politico perché, come ha spiegato Marro, «una nazione non può trasformarsi in partito» e perciò le idee si trasmettono «attraverso la forza delle opinioni» anche se nessuno si tirerà indietro in caso di una mobilitazione generale, soprattutto per protestare contro chi ha sversato i veleni nella “Terra dei fuochi”.

Intanto, tassello dopo tassello, sta prendendo sempre più forma il puzzle cominciato sei anni fa e al quale hanno aderito pure tantissimi meridionali, di prima e seconda generazione, trapiantati nel Nord. E adesso all’appello ha risposto anche Salerno che darà il suo contributo per «ristabilire la verità – ha rimarcato D’Amore – e colmare quel buco nero causato dalle fonti storiche che ha falsificato ciò che è accaduto realmente in Italia dopo la creazione dello Stato Savoiardo».

Gaetano de Stefano

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