FASE 3

Unisa si prepara alla “modalità mista”

Le attività in presenza ripartiranno gradualmente. Il rettore Loia: «Dipenderà dall’andamento del contagio in autunno»

FISCIANO - L’Università attende le direttive del governo per la ripartenza, e nel frattempo si attrezza per la cosiddetta “modalità mista”. È ancora presto, all'ateneo di Salerno, per ipotizzare una riapertura completa del campus a seguito dell’emergenza coronavirus. I dati del contagio sono destinati a condizionare a lungo l’organizzazione delle attività didattiche, che nel frattempo proseguiranno a distanza, sulla scorta dei risultati incoraggianti ottenuti con la sperimentazione degli ultimi mesi.

Con i laboratori già riattivati, l’idea, ovviamente, è quella di tornare alla normalità prima della fine dell’anno accademico 2020-2021. La stessa conformazione di Unisa, che negli anni è diventata una vera e propria cittadella universitaria, alimenta ulteriormente l’attesa per la riapertura. Ma la prudenza, in queste circostanze, non è mai troppa, e non si potrà lasciare nulla al caso, dall’organizzazione dei locali a quella dei trasporti. Probabile, dunque, che si torni in aula in maniera molto graduale, di sicuro non tutti insieme, approfittando delle opportunità che gli strumenti informatici hanno messo a disposizione nel corso del lockdown (e anche dopo) per esami, sedute di laurea e lezioni in videoconferenza.

Si prospettano insomma mesi di intenso lavoro per la squadra del rettore Vincenzo Loia , che spiega: «La nostra Università, con la sua configurazione in forma di campus, richiede sicuramente un’organizzazione attenta e puntuale in termini di sicurezza per il rientro in presenza. Oltre alla organizzazione degli spazi, occorrerà disporre anche di tutte le sicurezze di tipo logistico, a partire dai trasporti. Per il nuovo anno accademico sarà fondamentale essere pronti a qualsiasi scenario, soprattutto per la fase iniziale, da quello più ottimistico - tutti in presenza - a quello meno ottimistico, ovvero continuare tutto a distanza». Quanto alla tempistica per la riapertura, il rettore conferma che le indicazioni arriveranno dal ministero dell'Università: «Dipenderà dall’andamento del contagio, da cosa succederà soprattutto in autunno. Posso dire che attualmente stiamo continuando a lavorare con la massima attenzione tenendo sempre presenti i provvedimenti del governo nazionale e regionale e soprattutto l’obiettivo di garantire ai nostri studenti la dovuta continuità didattica nel pieno rispetto delle normative di sicurezza».

Loia traccia quindi un bilancio delle attività a distanza, che hanno proiettato Unisa in una nuova era. Una modalità la cui sperimentazione era stata lentamente avviata per alcuni insegnamenti, e definitivamente introdotta per causa di forza maggiore, specie quando la positività al tampone di un’addetta alle pulizie, a marzo, ha decretato la chiusura pressoché totale del campus non solo a studenti, ma anche a docenti e personale. «Da marzo 2020, l’ateneo ha immediatamente attivato e reso disponibile la piattaforma di didattica a distanza per gli studenti. Non solo lezioni (sono stati erogati complessivamente 1276 insegnamenti a distanza), ma anche esami di profitto e sedute di laurea. Ad oggi sono 6040 gli appelli di esame sostenuti, 257 le sedute di laurea realizzate, 37207 gli esami superati dai nostri studenti e 1357 sono gli studenti che si sono laureati a distanza. Mi piace ricordare che, per supportare gli studenti esaminandi, abbiamo attivato il servizio PC4U, completamente gratuito per loro. Per ogni sessione d’esame stiamo consegnando a casa degli studenti un personal computer per sostenere le prove d’esame in modalità scritta al calcolatore».

Francesco Ienco