Unioni civili, gli stranieri scelgono Salerno per il sì 

Russi, tedeschi e francesi celebrano il rito durante lo scalo della crociera 

“Matrimoni per amore, matrimoni per forza ne ho visti di ogni tipo, di gente d’ogni sorta: di poveri straccioni e di grandi signori di pretesi notai e di falsi professori” cantava Fabrizio De Andrè. Ed effettivamente, basta guardare nei registri dei matrimoni civili per cogliere – tra i numeri – piccoli segnali che raccontano come muta il tessuto sociale della città e come, con il cambiare delle norme, anche i costumi salernitani si modificano. Nel complesso, secondo i dati dell’ufficio matrimoni del Comune, nel 2017, sono state celebrate 200 unioni. La metà di queste si sono tenute nella Sala del Gonfalone, le altre soprattutto nel Salone dei Marmi. Non hanno grande appeal, infatti, le altre location aperte dal Comune e, anche per questione budget, i novelli sposi continuano a optare per le sale del Palazzo Guerra. Con l’unica incognita che – in caso di una visita istituzionale imprevista – si ritrovino con testimoni e invitati in Sala giunta oppure nella stanza di rappresentanza del sindaco. Alcune spose, poi, chiedono espressamente di poter fare il loro ingresso dall’entrata principale del Comune, per poter incedere trionfalmente dalle scale monumentali. E c’è anche chi sfrutta la possibilità di utilizzare, soprattutto in caso di seconde nozze, una saletta del Comune nella sede di via Picarelli che il giovedì è gratis e che – con qualche miglioria – i responsabili comunali sono riusciti a rendere più accogliente e meno somigliante alla stanza di un ufficio pubblico.
Ma i dati raccontano anche che con la crescita del turismo, aumentano gli stranieri che convolano a nozze in città. «I numeri stanno aumentando con il passare degli anni – spiega Mario Russo dell’ufficio matrimoni – Abbiamo avuto tante richieste da russi, tedeschi e francesi. Prendono contatti anche tramite le compagnie che organizzano le navi da crociera. Arrivano in città, si sposano e ripartono per il viaggio di nozze». E anche gli stranieri chiedono prevalentemente una delle due sale di Palazzo di Città. Ma se ci sono i turisti che, folgorati dal Golfo salernitano decidono di coronare il loro sogno d’amore qui, negli ultimi anni aumenta anche il numero dei giovani salernitani che fa richiesta di avere la documentazione per sposarsi all’estero. «In appena un anno abbiamo inviato un centinaio di fascicoli per questo tipo di unioni. In tanti sono andati via da Salerno, vivono fuori e si sposano lì dove abitano». Un dato, questo, che – in prospettiva – sembra essere destinato a crescere ed è emblematico di come l’emigrazione giovanile possa incidere anche su fenomeni apparentemente scollegati.
Per tanti che partono, ci sono molti che arrivano. E il segnale è dato dalle unioni tra immigrati e cittadini autoctoni. «Nel 2005 è iniziato il boom dei matrimoni misti, cioè tra italiani e stranieri. Si trattava in gran parte di anziani signori che sposavano ragazze, soprattutto dell’est Europa. Sull’amore e sulla sincerità di quelle unioni – ammette il dirigente comunale – qualche dubbio c’era. Oggi, invece, con l’approvazione di leggi più restrittive per un verso e con l’incentivo ai ricongiungimenti familiari, queste unioni sono sensibilmente diminuite. E i matrimoni misti sono soprattutto tra giovani coetanei e, in questo caso, sembrano al di sopra di ogni ragionevole sospetto».
Altro capitolo, quello delle unioni che sono state celebrate con l’approvazione della legge Cirinnà che ha consentito anche alle persone dello stesso sesso di potersi unire civilmente. «All’inizio con il varo della legge – spiga Russo – c’è stata una sorta di boom con 10 matrimoni. Si trattava, nella gran parte dei casi, di persone che già erano legate e che con la legge sono riuscite a ufficializzare la loro unione. Poi, già l’anno successivo, si sono dimezzate e per questi primi mesi del 2018 ne abbiamo celebrata una soltanto».
Quando gli sposi decidono di scegliere Palazzo di Città come location della cerimonia, ad accoglierli e a far in modo che tutto proceda con ordine e nel rispetto della storia e dell’istituzione rappresentate in quelle sale, c’è Lucio Figliolia, storico dipendente comunale, tra l’atro, responsabile del Gonfalone. «Ci sono i consiglieri comunali e gli assessori che sposano parenti e amici, ma anche tanta gente comune – racconta – C’è chi manda il fioraio per gli allestimenti, ma capita spesso anche che gli sposi arrivino solo con i testimoni e qualche familiare. E sempre più sposi chiedono la delega al sindaco per far celebrare l’unione a un parente oppure a un amico».
Eleonora Tedesco
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