Una task force dell’Asl su prelievi e trapianti

Si opererà sia sul fronte degli organi che su quello del sangue cordonale La mobilitazione della dirigenza dopo i dati allarmanti giunti dall’Agro

Donazione d’organo e tessuti, la direzione aziendale dell’Asl Salerno prende a cuore il problema della scarsa sensibilità tra i cittadini. In via Nizza è pronta per essere attivata una task force che avrà come obiettivo quello di raggiungere le coscienze di quante più persone possibili. A guidare le operazioni, in continuo coordinamento con il direttore generale Antonio Squillante, sarà il direttore sanitario Anna Luisa Caiazzo decisa a fare l’impossibile purché aumentino i numeri dell’azienda.

«Siamo coscienti della situazione attuale. Per questo stiamo lavorando sulla cosa». Un’attività che sarà scandita dagli ultimi decreti in materia. Obiettivo puntato, innanzitutto, sulla donazione del sangue cordonale. Ad occuparsi di questo aspetto sarà Ida Andreozzi, dirigente medico della direzione sanitaria aziendale.

Dal centro, ossia via Nizza, cercherà di coordinare e potenziare le operazioni relative alla donazione del sangue cordonale i cui dati al momento a disposizione non sono affatto incoraggianti. Basti pensare che negli ultimi dieci anni, nell’area nord dell’Asl, ci sono state appena 645 donazioni. Il più delle volte quando le madri vengono a conoscenza di questa possibilità è troppo tardi. «La direzione strategica aziendale – dichiara la Andreozzi – sta focalizzando l’attenzione sulla donazione del sangue cordonale perché è un tema importante sia dal punto di vista assistenziale, che di evoluzione sanitaria. La donazione di cordone rientra nella ricerca di nuove cure per malattie gravissime».

Nonostante i dati siano poco incoraggianti non si è, comunque, all’anno zero: «Partiamo da una ricognizione dell’esistente: quello che c’è e quello che si fa attualmente. Poi passeremo ad una fase organizzativa per ottimizzare e migliorare questi ambiti. C’è una base di partenza comune – continua Andreozzi –perché in tutti i presidi ospedalieri esistono percorsi per la donazione di sangue cordonale». Tra le cose da potenziare c’è la sensibilizzazione degli operatori sanitari: «Una maggiore sollecitazione – ammette l’esperta – consentirebbe di fare aumentare, potenzialmente, le donazioni». Al via, dunque, le attività di “pressing” sui medici, ma anche sulle donne durante i corsi pre parto: «Più gravide si avvicinano alla donazione eterologa maggiori possibilità di cura ci saranno».

«Noi andremo avanti decisi su questa strada, supportati dall’intera direzione strategica sensibile a queste politiche che attengono al miglioramento della salute pubblica». Vedremo quali e quante saranno le iniziative di sensibilizzazione, ma soprattutto sarà interessante riscontrare la ricaduta sui cittadini.

Salvatore D’Angelo

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