LA PROTESTA

Una piazza, uno slogan «De Luca, hai fallito»

Le anime della “sinistra” e dell’associazionismo protestano per scuola e welfare I ristoratori per coprifuoco e Dpcm. 

SALERNO - Agenti in assetto antisommossa a presidiare il buffet. È questa l’istantanea che meglio fotografa il pomeriggio di protesta di ristoratori, pizzaioli e gestori di locali che ieri sera si sono ritrovati nuovamente in piazza Amendola per protestare contro chiusure e coprifuoco, provvedimenti voluti dal Governo e dalla Regione Campania. «Vogliamo dare al popolo da mangiare, questo è quello che avremmo offerto nei nostri locali», urla uno degli organizzatori al megafono alle spalle del muro di poliziotti. Il Dpcm parla chiaro: è vietato mangiare per strada e assembrarsi, quindi il diktat che arriva dai funzionari in piazza è che il banchetto non s’ha da fare. Il buffet dei “disobbedienti”. Per l’occasione erano stati allestiti una serie di tavoli con tovaglie nere e cartelli contro il lockdown e contro le chiusure imposte dal governatore Vincenzo De Luca.

Attorno alla tavola imbandita con pizze, pane, confezioni di mozzarella e bottigliette d’acqua campeggiano gli striscioni con cui i ristoratori chiedono “risarcimenti” ma anche “elezioni subito”. Il banchetto viene aperto e subito interrotto dalle forze dell’ordine anche se qualche signora riesce ad allungare la mano per afferrare comunque una fetta di pizza mentre le cassette di polistirolo vengo offerte e la mozzarella divisa nel bel mezzo di piazza Amendola. «Scrivete bene - è il messaggio lanciato al megafono ai giornalisti - dite che il popolo ha fame, che diamo da mangiare a chi ne ha bisogno e che questa è una manifestazione pacifica». Una risposta indiretta alle voci che si erano rincorse nel corso della giornata su possibili infiltrazioni di frange violente. «Non siamo negazionisti, né antimask - precisano i manifestanti- vogliamo sapere soltanto che fine ha fatto il milione e 300mila euro stanziato per la sanità campana. Perché hanno buttato fondi per banchi con le rotelle, hanno dato bonus per i monopattini e vacanze ma gli ospedali ancora non funzionano... ».

La rabbia e l’esasperazione. Al di là delle intenzioni dei manifestanti, c’è anche un imponente numero di forze dell’ordine a presidio (non soltanto della piazza) da scoraggiare anche i più facinorosi. Pochi momenti di tensione dettati più che altro dall’esasperazione, quindi, e una serie di gesti simbolici a segnalare la morte del settore. Una dopo l’altra, nella piazza cuore delle istituzioni cittadine, vengono stese delle tovaglie nere con piatti e lumini. All’ombra dei portici di Palazzo di Città, invece, si susseguono altri striscioni: “La Cena della Libertà”, si ironizza e poi lo slogan che ha contraddistinto questa settimana di protesta con i numeri delle presenze che sono andati - via via - calando. Più anime, unica piazza. Un’ora prima dei ristoratori e gestori di locali in piazza Amendola si erano ritrovate le differenti anime della sinistra e dell’associazionismo cittadino. In almeno 100 hanno chiesto che la politica si faccia carico di investimenti in trasporti, sanità, e istruzione.

Tra loro ci sono anche le famiglie (con bambini al seguito) e le maestre che chiedono la riapertura delle scuole. Invece, fa notare Gianluca De Martino in rappresentanza del Coordinamento Scuole aperte di Salerno, «in Campania si chiudono anche le scuole per l’Infanzia». Prima, continua De Martino, «hanno fatto mobilitare le scuole e, tra l’altro, la nostra è la Regione che le ha riaperte per ultima e le ha chiuse per prima, dicendo che erano sicure. Poi il contrario. In realtà se il problema sono i trasporti, allora si fermino soltanto le scuole secondarie e si risolva questo nodo. È in gioco il futuro dei nostri figli e siamo indignati ». Al megafono anche Alice e Giulia di 6 anni, chiare e precise nel comunicare quanta nostalgia abbiano della scuola, «soprattutto - spiegano - degli amici e delle maestre». Alla fine della manifestazione qualcuno si sposta all’ingresso del Teatro Augusteo per lasciare uno striscione in cui si chiede l’immediato blocco degli affitti e del pagamento delle utenze. «Noi la crisi non la vogliamo pagare e non la pagheremo. I soldi vanno presi da chi li ha con una patrimoniale », dice uno degli organizzatori.

Poi ci sono anche le istanze dei lavoratori dello spettacolo che chiedono di essere riconosciuti nell’ambito dei ristori. «Questa pandemia - continua - ha dimostrato soltanto ancor di più che non esiste un welfare uguale per tutti e noi chiediamo reddito, salute, cultura e istruzione». Anime differenti nella stessa piazza: la prima più vicina alle sensibilità della sinistra, la seconda con echi e simboli più evocativi della destra. Eppure, per la prima volta, si sono ritrovate in un unico slogan: “De Luca ha fallito, la Campania ha fallito”.

Eleonora Tedesco