«Una moratoria per gli inquilini morosi»

De Simone (Sunia) invoca l’intervento del Governo. Il caso del bando del Comune di Salerno

«L’ultimo cittadino a chiedere aiuto, perché rimasto senza casa, in quanto sfrattato, è venuto al Sunia venerdì scorso.

Era letteralmente disperato. In pochi anni si è visto sconvolgere radicalmente la sua vita: dipendente delle Poste, con un reddito mensile di 2mila euro, è stato messo in mobilità e il suo stipendio è calato a mille euro. E in queste condizioni non ha potuto più rispettare gli impegni e, soprattutto, pagare regolarmente il canone di locazione». A raccontare la triste storia, che comunque sembra comune a tantissime altre persone, è Liborio De Simone, segretario provinciale del Sunia. De Simone conosce bene la situazione salernitana. «Da noi - sottolinea - è un continuo via vai di persone che vengono a chiedere aiuto». Un trend in ascesa negli ultimi cinque anni. Colpa della crisi che ha colpito tanti settori dell’economia. E, naturalmente, a pagarne le conseguenze sono stati i più deboli. Rispetto agli anni passati, infatti, l’identikit delle persone sfrattate è cambiato radicalmente. Ora a trovarsi in gravi difficoltà sono pure ex impiegati, che appartenevano alla piccola borghesia. Che, da un momento all’altro, hanno dovuto cambiare completamente le loro condizioni di vita. «Le misure del Governo - spiega De Simone - di fronte ad un fenomeno in costante ascesa, sono insufficienti».

Anche perché non sempre i cittadini sono a conoscenza delle agevolazioni. Tant’è che è andato quasi deserto il bando del Comune, per accedere al “Fondo per morosità incolpevole”, cioè al contributo economico di 8.000 euro annui concesso alle famiglie in difficoltà economica che non riesco a sostenere, incolpevolmente, le spese per il pagamento dei canoni di locazione e che hanno già ricevuto una notifica di sfratto per morosità. Hanno partecipato, infatti, solo cinque famiglie, e solo una ha ottenuto il contributo, mentre le altre sono state escluse. «Il Governo - precisa De Simone - non può pensare di risolvere il problema con queste soluzioni tampone. Deve intervenire radicalmente, affrontando la questione.

Magari con una moratoria per gli sfratti, oppure prevedendo degli alloggi parcheggio, dove le famiglie che restano senza un tetto possano trovare ristoro per un determinato periodo di tempo, fin quando non riusciranno a trovare un altro tetto».

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