Una lunga inimicizia finita in tragedia

L’omicidio di San Marzano sul Sarno: i carabinieri hanno ricostruito i tumultuosi rapporti tra l’assassino e la vittima

SAN MARZANO SUL SARNO. Dissidi precedenti, vessazioni e infine un ultimo litigio concluso dal colpo di coltello al cuore. Così è morto Claudio Coppa, trentaduenne marzanese, deceduto durante il trasporto all’ospedale Martiri del Villa Malta a Sarno, martedì 31 dicembre, poco dopo le diciotto e trenta, in via Cesare Battisti, con la piazza piena di gente. Il magistrato della procura nocerina titolare dell’inchiesta, Ernesto Caggiano, conferirà in giornata l’incarico per l’autopsia, in attesa dell’interrogatorio dell’omicida, il ventiseienne Pietrangelo Pagano, con precedenti penali per stupefacenti. Il ragazzo, reo confesso, si era consegnato nella stessa notte di capodanno alla stazione di Carabinieri di San Marzano, assistito dall’avvocato Fortunato De Felice, al termine dell’indagine seguita dal comandante Antonio Loffredo e dal nucleo operativo guidato dal capitano Avagnale.

Coppa, 32 anni, incensurato del posto, di professione gestore di una sala giochi, aveva avuto un diverbio con il suo accoltellatore. Il suo assassino ha dichiarato agli investigatori di aver subito più volte minacce e aggressioni da Coppa, fino alla colluttazione finale, rivelando il nascondiglio dell’arma adoperata e spiegando le motivazioni del gesto. L’omicidio è avvenuto in piazza Umberto I, quando era già buio, con un conoscente della vittima a tentare l’inutile, ultimo soccorso, accompagnando il ferito all’ospedale di Sarno. Agli atti completati dalla sezione scientifica dei carabinieri di Nocera Inferiore sono allegate le risultanze biologiche, il coltello da pesca occultato in un tombino e recuperato con l’ausilio dei vigili del fuoco, i reperti rinvenuti all’interno dell’autovettura e un indumento del suo accompagnatore. Il 26enne consegnatosi alla stazione carabinieri di San Marzano Sul Sarno, rinchiuso nel carcere di Salerno-Fuorni in attesa dell’udienza di convalida del fermo davanti al gip del tribunale di Nocera Inferiore Giovanna Pacifico, potrà confermare la sua versione dei fatti in queste ore, con l’udienza fissata forse già in giornata.

Dopo il recupero dell’arma del delitto, un coltello a serramanico di libera vendita usato per la pesca, sottoposto a sequestro probatorio, i carabinieri hanno ricostruito la precedente conoscenza tra i due, mettendo insieme i rapporti personali e gli screzi passati, fino all’ultimo futile motivo dietro il litigio mortale.

Al momento restano al vaglio alcune immagini registrate dalle telecamere di sicurezza presenti nella zona, mentre il ragazzo deceduto, in attesa dell’esame autoptico resta all’obitorio. Spicca sul corpo la ferita mortale, inferta con la lama del coltello. Anche Pagano avrebbe segni al volto.

Alfonso T. Guerritore

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