Una industria estesa anche al nord

“Studenti” iscritti da tutte le regioni italiane. E l’inchiesta rischia di allargarsi

AGROPOLI. L’industria italiana dei diplomi facili aveva filiali anche nel Cilento. Il sostituto procuratore Alfredo Greco lo aveva scoperto già due anni fa quando ordinò a sorpresa un’ispezione delle Fiamme gialle negli istituti scolastici di Ceraso e Laureana Cilento. Il magistrato ebbe il sentore che i conti non tornassero e chiese ulteriori verifiche. Indagini durante oltre due anni, culminate ieri mattina nell’arresto dei fratelli Vissicchio. Ma il pm ora preferisce rimanere il silenzio. «Parlano i fatti», taglia corto Greco, anche se l’espressione è di quelle che fanno intuire ulteriori colpi di scena. Il materiale sequestrato è talmente numeroso che non è facile poter chiudere definitivamente le indagini. Dunque potrebbero esserci ancora risvolti nell’inchiesta. Anche perché in Campania non è la prima volta che gli inquirenti scoprono strutture di questo tipo. Proprio qualche giorno fa a Nola è venuto alla luce un altro “diplomificio”. Un malcostume, quello di comprare il diploma, purtroppo in aumento. E non solo tra gli studenti campani. In verità, il maggior numero di allievi proviene da altre regioni: dalla Sicilia e dalla Sardegna ma anche da Piemonte e Lombardia. Frequentano pochissimo, solo in occasione dei compiti scritti, ma spesso sono compiti farsa, già concordati con i gestori delle scuole. E spesso se lo studente non può essere in classe, manda qualche amico al suo posto. La garanzia della promozione arriva da laute rette, che variano a seconda del voto desiderato. Diplomi troppo faticosi da conquistare? Recupero di anni scolastici troppo difficile? “Tutto si sistema, tranquilli guaglioni”, sembra dicessero i fratelli Vissicchio di Agropoli. L’inchiesta ora potrebbe allargarsi ulteriormente anche alle ispezioni ministeriali che dovevano controllare la serietà delle scuole parificate. Ispezioni che dovevano certificare l’idoneità degli istituti privati. Il sospetto è che qualcuno abbia chiuso un occhio. Una nuova ipotesi di corruzione tutta da accertare. Ma in alcuni casi gli stessi commissari sono vittime degli imbrogli, come è avvenuto qualche mese fa nel napoletano dove è stata messa in scena una vera e propria rappresentazione teatrale. L’unico con un ruolo reale era l’ispettore del Ministero dell’istruzione e della ricerca che non sapeva di essere involontario protagonista di una “farsa” organizzata solo allo per far ottenere all’istituto il decreto di parità scolastica. Tutti gli altri – studenti, prof, bidelli e personale dell’istituto – erano comparse, chi inconsapevolmente, altre in accordo con il direttore della scuola.

Vincenzo Rubano

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