Una giravolta in più rovina la processione

Lunedì ai festeggiamenti per Santa Lucia don Felice ha “bacchettato” le paranze. Disordini per i fuochi, fermato un giovane

Una giravolta di troppo e don Felice Moliterno gira le spalle a santi e fedeli e entra in chiesa furibondo. La Rete non perdona e nei video “postati” ieri sui social da alcuni partecipanti alla processione di Santa Lucia, l’atteggiamento irrititato, lo scatto scomposto per guadagnare in fretta l’ingresso della chiesa in festa lasciando dietro di sè popolo, banda e paranze non mentono.

Tutto sembrava che fosse filato liscio nella attesa manifestazione celebrata nel centro storico con un giorno di ritardo rispetto al calendario, per evitare che essa si incrociasse con il “delirio” luminoso della domenica, con il surplus provocato dall’apertura della porta santa in duomo. E, in effetti, così è stato fino all’arrivo in chiesa del busto della santa protagonista della processione. Poi, dopo l’entrata in chiesa del busto di Sant’Aniello, quando i paranzieri decidono di forzare il diktat del parroco, effettuando per la santa non una – così come era stato pattuito – ma due giravolte, il registro cambia.

La cerimonia continua ma don Moliterno non lascia correre e davanti ai presenti riprende i “traditori” accusandoli di non aver rispettato quella compostezza che doveva caratterizzare anche questa processione, la seconda, per ordine di importanza, organizzata in città, dopo quella – al centro di infinite polemiche nel recente passato – in onore del santo patrono.

Questo l’epilogo di una cerimonia che ha fatto ancora una volta discutere, durante la quale non sono mancati i colpi di scena come quello registrato al momento dei fuochi d’artificio sparati in prossimità della chiesa in festa, all’altezza di Palazzo di Città.

Circa sette i minuti in cui via Roma è stata avvolta dal fumo provocato dallo spettacolo pirotecnico tutt’altro che sobrio, al termine dei quali uno dei “fuochisti”, un ragazzo del centro storico, è stato portato in Questura dopo aver avuto un alterco con degli agenti della Digos presenti.

Pare che alla base del diverbio ci sia stata una reazione poco gentile del ragazzo che, alla vista degli agenti di polizia vicini al luogo in cui venivano sparati i fuochi, sembra che abbia avuto atteggiamenti poco rispettosi nei confronti dei poliziotti che non ci hanno pensato due volte a fargli terminare in malo modo la processione di Santa Lucia. Il giovane è stato condotto in Questura ma dopo poco è stato rilasciato e ha potuto riunirsi ai suoi amici.

Tolto questo episodio, la processione di Santa Lucia, quest’anno posticipata di un giorno, si è svolta in totale tranquillità ed è stata caratterizzata dalla solita, festosa, partecipazione degli abitanti del centro storico. L’unica nota stonata è stata, quindi, la reazione risentita di don Felice all’atteggiamento dei portatori che, secondo voci di quartiere, hanno tradito la fiducia che il sacerdote aveva riposto in loro. E non da ieri. Don Felice, infatti, è stato il principale “facilitatore” della riconciliazione tra il vescovo Moretti e le paranze dei santi portati in processione a San Matteo.

Il parroco di Sant’Agostino, parrocchia che ingloba anche la chiesa di Santa Lucia, nei mesi successivi alla disastrosa processione in onore del santo patrono del 2014, ha lavorato tanto affinchè i portatori recuperassero il rapporto con il numero uno della chiesa salernitana, offeso e deriso durante il corteo religioso. Il non rispetto delle regole precedentemente pattuite – seppur lo sgarro sia stato minimo in questa ultima occasione – ha messo di cattivo umore il sacerdote che ha “bacchettato” i suoi parrocchiani, cosa che, a detta di alcuni, poteva evitare di fare in pubblico magari chiamando a sè i portatori il giorno successivo alla processione per esprimere la sua delusione in privato.

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