Una discarica abusiva lungo l’antico sentiero dell’area archeologica

La scoperta degli operai durante gli interventi di bonifica Al lavoro anche i profughi ospitati nel centro di Capaccio

CAPACCIO PAESTUM. Le antiche e preziose sorgenti “Lupata”, riportate alla luce circa un mese fa, circondate dalla spazzatura. Durante le operazioni di pulizia del sito è stato rinvenuto addirittura un grosso frigorifero. Il tutto a pochi passi da Porta Marina nell’area archeologica di Paestum. Ad effettuare gli interventi di bonifica nella zona dove è prevista la realizzazione del sentiero degli Argonauti e dove insiste anche un antico ponte, che sarà completamente ripulito, gli operai della comunità montana “Calore Salernitano” di Roccadaspide insieme al personale della “Paistom”.

«I visitatori che percorreranno il sentiero degli Argonauti – spiega il consigliere comunale, Maurizio Paolillo – passeranno sotto l’antico ponte ammirando le sorgenti “Lupata”. Tutta l’area è in corso di bonifica con l’eliminazione di erbacce e rovi per renderla praticabile. Purtroppo le operazioni hanno rilevato la presenza di ogni sorta di rifiuto compreso un grosso frigorifero. Non è concepibile che ciò sia accaduto a pochi passi dall’area archeologica». Un atto incivile, compiuto da chi non solo non ha rispetto dell’ambiente ma anche della storia millenaria di Paestum.

Nell’area dove sono riemerse le antiche sorgenti collegate al fiume Capodifiume, fonte del travertino per la costruzione dei maestosi templi dorici, si snoderà il Sentiero degli Argonauti, la cui realizzazione è il frutto di un Protocollo di intesa stipulato tra il Parco archeologico e Legambiente Paestum – circolo Freewheeling. Il percorso si snoda dal decumano maggiore di Paestum alla volta dell’Oasi dunale, attraversando Porta Marina e un tratto di pineta con flora tipica della macchia mediterranea, raggiungendo l’antica spiaggia di Poseidonia. Il percorso si ispira alla leggenda secondo la quale gli eroi che accompagnavano Giasone alla ricerca del vello d’oro, avrebbero fondato il Santuario di Hera alla foce del Sele. La collaborazione tra il Parco archeologico, i volontari di Legambiente, i richiedenti asilo ospiti del Centro di accoglienza di Capaccio Paestum, e il Comune, ha consentito, attraverso il ripristino di un percorso, di ristabilire il contatto tra il mare e l’antica Poseidonia. I migranti nei giorni scorsi hanno proceduto anche alla pulizia dell’area circostante la cinta muraria grazie all’accordo tra il Centro di accoglienza gestito da Pino Leone e il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel.

Angela Sabetta

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