Il coordinatore

«Una cultura camorristica come ai tempi di Santomauro»

«In una città normale, questi sono atteggiamenti camorristici». Il giorno dopo Bruno Di Cunzolo non torna sui suoi passi. Lui, che nel 2010 fu denunciato dal sindaco Santomauro per aver parlato di...

«In una città normale, questi sono atteggiamenti camorristici». Il giorno dopo Bruno Di Cunzolo non torna sui suoi passi. Lui, che nel 2010 fu denunciato dal sindaco Santomauro per aver parlato di cultura camorristica, dice che «il ragionamento è lo stesso fatto a quei tempi». L’architetto s’è visto attaccato su più fronti: «C’è chi parla di politica e fa gossip, o pensa di confondere le idee col gossip, o parla della bellezza delle mie opere architettoniche, o vuole offendere la mia dignità personale e professionale...». Piani confusi da persone che, «dall’esterno, dovevano decidere se questa città dovesse avere un coordinatore o meno». Parla di «porcherie» sul suo conto: «Perché Gerardo Motta continua a fare attività istituzionale contro di me?», si chiede. Avrebbe voluto tutele: «Da un punto di vista politico, viene prima la dignità delle persone, che va difesa in ogni momento». Di Cunzolo esorta tutti a parlar chiaro: «Se qualcuno ha interesse che io sia ingombrante, calo le carte a terra e costringo le persone a prendersi le responsabilità, perché m’infastidisce che si giochi sui silenzi». E commenta anche le dichiarazioni dei tozziani Francesca Napoli e Angelo Cappelli, che, in merito al documento politico consiliare, dicevano di non aver caldeggiato alcunché: «È falso, ne ho le prove...». Due pesi e due misure, a suo dire, anche da parte di Ugo Tozzi: «Ha ragione Gioia a dire che io comando tutto e passo addosso a tutti col carrarmato? Oppure ha ragione a dire che sono un pezzo di m...?», chiede in riferimento ai messaggi nelle chat. E aggiunge: «Tozzi vuol dire pubblicamente, per mantenere gli equilibri, che Gioia ha ragione e poi privatamente mi vuol dare ragione? E allora vaffa...!».