Una cittadella sanitaria nell’area dell’ex Cofima 

Partiti di centrosinistra e associazioni concordi nel portare avanti il piano Si punta a riqualificare la zona e concentrare in un unico luogo tutti i servizi

Una cittadella sanitaria nella quale far convergere diversi servizi. È questo il progetto proposto dalle sezioni cittadine del Partito democratico, del Partito di Rifondazione comunista, Leu, Partito socialista e dal movimento “Se non ora quando”, che hanno i loro rappresentanti, rispettivamente, in Massimiliano De Rosa, Francesco Lupi, Maria Di Serio, Enrico Alfano e Cettina Capuano. La sede della cittadella è stata individuata nell’area dell’ex Cofima, acquistata dal Comune di Cava nel novembre 2010 (durante l’amministrazione Galdi) ad un’asta fallimentare per farvi sorgere un nuovo ospedale.
Sull’area, però, da tempo si sospetta vi sia una lottizzazione abusiva. Si tratterebbe, come comunicato al termine di una riunione dei giorni scorsi delle forze politiche e sociali coinvolte, di “un progetto di riqualificazione della parte Nord della città che vede, al posto dei capannoni dismessi e dell’attuale porzione di area industriale, una grande piazza sulla quale affaccino i nuovi uffici del distretto sanitario, una casa del parto (struttura regionale nella quale troverebbero assistenza le partorienti in gradi di dare alla luce il proprio bambino naturalmente), il consultorio familiare, la farmacia distrettuale, il centro di igiene mentale».
L’obiettivo, dunque, è quello di concentrare in «un unico luogo tutti i servizi socio-sanitari del territorio, oltre al centro logistico del farmaco a servizio della farmacia comunale e delle farmacie private, degli ospedali e dell’azienda universitaria». Secondo partiti ed associazioni è un «progetto di rilancio della città, che potrebbe creare occupazione stabile e di qualità ed operare una sostanziale riqualificazione urbana, facendo di Cava il punto di riferimento del territorio dal punto di vista sanitario».
Ieri, in una conferenza stampa congiunta al Comune, è stato presentato ufficialmente il progetto. Era presente, tra gli altri, anche il rappresentante cavese del Tribunale dei Diritti del malato Carlo Russo. «Il progetto non è di immediata realizzazione - ha spiegato Lupi - ma una buona progettualità lo rende possibile; si otterrebbe la bonifica di un’area degradata della città, la realizzazione della casa del parto e si renderebbe un servizio al cittadino che ha bisogno di cure mediche, andando ad accorpare in una zona unica i servizi di cui può usufruire».
Sulla stessa falsariga il commento di De Rosa, il quale ha sottolineato: «È un’idea valida che dovrà passare in fase esecutiva, tenendo conto anche di tutte le problematiche giudiziarie legate all’area individuata. Non è un progetto di immediata determinazione, ma che porterà indubbi benefici alla cittadinanza e a tutto il sistema sanitario in termini di qualità della vita». Sulla valenza della cittadinanza attiva hanno posto poi l’accento Maria Di Serio e Cettina Capuano. In programma incontri con le associazioni e la cittadinanza per dare il via ad una raccolta di firme.
Alfonsina Caputano
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