Una caserma da 60 milioni Nessuno può comprarla

La gigantesca struttura in pieno centro nel mirino di imprenditori privati Intanto i segni del degrado avanzano e nessuno predispone interventi mirati

Tra i tanti nodi irrisolti e, probabilmente, irrisolvibili di Nocera Inferiore c’è sicuramente la caserma Tofano. La mega struttura di via Solimena sta cadendo a pezzi. Da quando è stata dismessa sono state fatte solamente chiacchiere.

Ci vogliono troppi soldi per rilevarla. La “caserma rossa” è stata quotata 60 milioni di euro. Una somma esorbitante. Una cifra improponibile tanto per le istituzioni pubbliche, quanto per qualche facoltoso privato. Il problema, poi, non è solo acquistarla, ma anche e soprattutto ristrutturarla e mantenerla. Certo è che rilevare la Tofano, per le istituzioni pubbliche, vorrebbe dire avere un progetto a lungo termine che punti alla creazione di u polo culturale, ma anche di servizi.

Probabilmente sarebbe chiedere troppa lungimiranza. Se in quella struttura, però, convergessero buona parte degli uffici disseminati sul territorio, il più delle volte ospitati in strutture affittate, ecco mostrato il profitto ricavabile da un simile investimento. La sinergia tra enti, in quanto solo il Comune non potrebbe accollarsi l’intera spesa, agevolerebbe anche la nascita di nuovi servizi in una città, quella di Nocera Inferiore, già punto di riferimento per l’intero agro. Inps, Inail, Centro per l’impiego: un polo dei servizi nel centro cittadino, servito da parcheggi e raggiungibile con i mezzi pubblici, a qualche centinaio di metri dalla stazione ferroviaria. Una sorta di cittadella bis, dopo quella realizzata in via Ricco per accogliere il Tribunale con la Procura, l’aula bunker e i giudici di pace, nonché la compagnia della Guardia di Finanza e il commissariato di Polizia di Stato.

Un sogno? Molto probabilmente sì. C’è poi chi ha immaginato per la caserma un futuro da polo culturale, a sostegno dell’Università di Salerno. Qualcuno aveva auspicato la nascita di un dipartimento per lo studio agro alimentare. Mentre le istituzioni pubbliche languono, loro malgrado, i privati affilano le unghie. Probabilmente attendono il momento buono per sferrare l’attacco, che potrebbe arrivare quando lo Stato avvierà il serio piano di svendita del patrimonio pubblico. In quel caso altro che musei e uffici pubblici. Ma, come si suole dire, mentre il medico studia la diagnosi, il malato muore. Sì, la Tofano sta morendo. Forse è morta già. Dalle finestre spuntano erbacce e rami. Il cortile è invaso dagli arbusti delle piante che davano ombra agli ufficiali.

La stele al suo interno, memoria del passato glorioso nocerino, è quasi invisibile. Le pareti esterne sbiadiscono e vengono sistematicamente ricoperte di manifesti, da quelli elettorali a quelli del circo o del nuovo supermercato aperto in città.

Salvatore D’Angelo

©RIPRODUZIONE RISERVATA