Una badante “infedele” deruba il generale

Quattro le persone indagate. Risiedono a Sarno e San Valentino Torio Il carabiniere in pensione vive a Salerno e ha ceduto proprietà e contanti

SARNO. Sono quattro gli indagati con l’accusa di truffa per il raggiro ai danni di un generale dei carabinieri in pensione, circuito e truffato dalla badante che lo accudiva da anni. Con lei, secondo il quadro investigativo ricostruito dagli inquirenti della procura di Nocera Inferiore, c’erano anche i parenti pregiudicati della donna. Il giochetto è stato smascherato da un nipote della vittima, che ha denunciato tutto alla magistratura. A curare il fascicolo nei confronti dei quattro indagati è il sostituto procuratore del tribunale di Nocera Inferiore, Giuseppe Cacciapuoti. Ha iscritto i truffatori nel registro degli indagati, partendo della badante con i suoi tre parenti, complici nel raggiro, tutti residenti tra San Valentino Torio e Sarno. La storia ruota tutta intorno all’anziana vittima, messa al centro dell’operazione con appropriazione di beni e denaro messe a segno nel corso di anni. I parenti del generale si sono accorti di quanto accaduto solo a cose fatte, col militare residente a Salerno defraudato sistematicamente.

Il rapporto di assistenza da parte della badante andava avanti da anni. La donna aveva costruito rapporti di completa fiducia col suo assistito. Mentre lei lo assisteva con apparente dedizione e professionalità, aveva attivato il raggiro insieme ai suoi parenti. E così l’anziano era convinto di essere nel giusto mentre nel pieno delle sue facoltà firmava i trasferimenti di tutte le sue proprietà immobiliari a Salerno, con versamenti dei ricavati delle vendite effettuati dal conto corrente del malcapitato, che si assottigliava sempre di più. Il raggiro è andato avanti per mesi, fin quando un nipote del generale ha mangiato la foglia, raccontando tutto ai carabinieri della sezione polizia giudiziaria della procura di Nocera.

I riscontri, seguiti dal luogotenente Massimo Santaniello al comando della squadra investigativa dell’ufficio, con il coordinamento del sostituto Cacciapuoti, hanno chiarito il tutto. In quel momento le proprietà erano già state vendute e molti soldi erano finiti nelle tasche dei malfattori. A quel punto la denuncia all’autorità giudiziaria è partita, puntando sul sospetto ruolo della badante. Partendo dalla sua figura, con gli accessi alle proprietà, la fiducia dell’uomo e i versamenti di denaro effettuato, i carabinieri hanno ricostruito l’intero svolgersi del raggiro, orchestrato con grande scioltezza ai danni dell’anziano militare pensionato.

(a. t. g.)

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