IL CASO

Un solo giudice, sessanta cause al giornoA Eboli la giustizia è un miraggio

Grave carenza di personale al tribunale. Migliaia di processi ancora pendenti nel civile e nel penale

Cinquantasette cause previste per un solo giorno: un nuovo record negativo registrato al tribunale di Eboli in un "lunedì nero" che ha aperto una settimana che potrebbe risultare decisiva per le sorti degli uffici giudiziari. Cinquantasette processi penali che, anche alla media di 10 minuti ciascuno, avrebbero richiesto nove ore di udienze, senza pause. Cinquantasette cause affidate ad un unico giudice, per altro neppure un magistrato togato ma un giudice onorario. Ad affiancarlo, un cancelliere "prestato" dalla sezione fallimentare. Perché nella sezione distaccata si va avanti grazie a prestiti, come l’applicazione - anche per un solo giorno - di un magistrato dalla sede centrale di Salerno, e a soluzioni di supplenza che sono diventate ordinarie, come l’impiego dei Got, i giudici onorari di tribunale.
Di questo e di tutti gli altri "mali" che affliggono il tribunale di Eboli, si parlerà nell’incontro convocato oggi pomeriggio dal vicepresidente delConsiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino, al quale parteciperanno i rappresentanti dell’Associazione forense "Valle del Sele" per discutere della richiesta che punta a dotare la sezione ebolitana di sette magistrati togati (cinque per il civile, due per il penale), secondo il progetto organizzativo presentato un anno fa dal presidente del tribunale di Salerno Luigi Mastrominico. La delegazione sarà guidata dal segretario dell’associazione, Enrico Tortolani, e da MarioConte, presidente del consiglio comunale di Eboli e rappresentante dell’Osservatorio sulla giustizia. I sette magistrati dovrebbero contribuire a smaltire l’enorme carico di lavoro che si è accumulato presso una sezione che, in questo momento, può contare su appena tre togati, scesi di recente - di fatto - a due.
Ma non è solo una questione di giudici: negli uffici, l’organico è rimasto quello della Pretura che c’era un tempo, solo che il lavoro è aumentato, non fosse altro che per l’accorpamento a Eboli delle vecchie sedi pretorili di Capaccio e Roccadaspide. E, come se non bastasse, le condizioni in cui il personale è costretto ad operare sono terribili. Gli uffici sono stati sistemati nella vecchia Pretura, in via Italia. Meglio della sede provvisoria presa in fitto dal Comune, dove le sbarre della cella nell’aula delle udienze erano fissate ad una parete in cartongesso. Ma anche qui, nonostante i lavori di ristrutturazione, le carenze sono evidenti.Ad esempio non si è trovato lo spazio per sistemare l’archivio, che è oggi ripartito in tre strutture diverse, dislocate in altrettante zone della città ma accomunate dalla medesima sorte: sono tutte interdette per disposizione del presidente del tribunale a causa delle condizioni statiche o igieniche. Così, se occorre recuperare un fascicolo, bisogna ogni volta chiedere un’autorizzazione. E non è certo impresa facile comunicare, visto che a disposizione di tutta la struttura c’è un solo fax funzionante. Le carenze arrivano fino all’inverosimile: essendo finite le cartelline col frontespizio stampato, i fascicoli vengono raccolti in fogli formato A3 fotocopiati.
In questa situazione è facile intuire come mai nessun magistrato abbia accettato Eboli come sede di lavoro quando il presidente del tribunale di Salerno ha fatto ricorso all’interpello per coprire i posti rimasti vuoti. La conseguenza della carenza di magistrati è presto detta: nel settore civile dall’inizio dell’anno alla fine della scorsa settimana erano state emesse 266 sentenze. «E’ un dato che può essere considerato congruo?» si chiede Enrico Tortolani, che è anche consigliere dell’Ordine degli avvocati. La risposta appare scontata, soprattutto se si considera che l’ultimo nuovo fascicolo per le cause civili presentato nello stesso periodo recava come numero d’ordine il 13.514. Le sopravvenienze, a fine anno, saranno il doppio delle settemila del 2006. E si aggiungeranno alle tante ancora non giunte a sentenza, facendo lievitare ancora quei dati che fanno di Eboli un simbolo dello stato di salute della giustizia in Italia, tanto da richiamare le telecamere di "Ballarò", la trasmissione di RaiTre.
«Il carico di lavoro è superiore a quello della sede di Salerno. Tanto per dare un’idea: quest’estate, durante la sessione feriale quando non si celebrano udienze nella sezione distaccata, gli affari trattati a Salerno venivano quasi tutti da Eboli» evidenzia Vito Marano, funzionario di cancelleria. Le cifre parlano chiaro: alla sezione ebolitana, che ha competenze su un comprensorio in cui vivono oltre duecentotremila persone, arrivano in media 4 cause per ogni 5 che sono affidate alle tre sezioni di Salerno. «Qui si specula sull’abnegazione di alcuni di noi - tuona Marano - C’è gente che ha paura di parlare e di denunciare le cose come stanno, ma nel frattempo il tribunale scoppia. Dispiace che anche gli avvocati, che sono costretti a lavorare in condizioni indecorose, non si svegliano».
In effetti per domani alle 11 si riuniranno gli avvocati. L’assemblea era stata convocata dall’Associazione forense "Valle del Sele", presieduta dall’avvocato Pasquale Genovese, prima che fosse fissata la riunione con Mancino. Ma ora, l’incontro di questo pomeriggio darà un impulso diverso.
Per Massimo Stabile, rappresentante dell’Ugl, la questione è di carattere nazionale, benché ad Eboli presenti delle peculiarità. «Tutto è cominciato con la riforma e la creazione dei Giudici di pace. Prima le strutture erano guidate da un pretore, un togato. Questo offriva delle garanzie anzitutto all’utenza, che oggi spesso viene ad essere giudicata magari da ex insegnanti che hanno una preparazione giuridica che non potrà mai essere quella di un magistrato» sostiene. E lancia una provocazione: «Sarebbe molto meglio ristrutturare le vecchie Preture».
Per l’autonomia si battono la locale Associazione forense, nata 22 anni fa, e la Camera penale del Tribunale di Eboli, di recente costituzione. «Se non si comprende - conclude Edoardo Rocco, presidente della locale Camera penale - che Eboli deve diventare sede autonoma, il problema non sarà mai affrontato in maniera adeguata. Se poi l’obiettivo è quello opposto, cioè sopprimere la sezione di Eboli, che almeno avessero il coraggio di dircelo».