«Un simbolo per coinvolgere tutti»

Don Michele istituisce la seconda alzata del panno per sensibilizzare la città

Il mattatore della serata di ieri è stato ancora una volta lui, don Michele Pecoraro, parroco del duomo, che quest’anno ha voluto veramente rendere la festa del santo patrono di Salerno un’esperienza eccezionale, anticipata da tanti appuntamenti pensati per «far conoscere e far amare ancora di più la figura di San Matteo», ci ha tenuto a specificare ieri mentre salutava i fedeli che lasciavano il quadriportico della cattedrale dopo la tradizionale Alzata del panno, anzi dei panni. Sì, perché quest’anno ad annunciare l’imminente festa non sarà solo la storica tela innalzata ieri sull’ingresso del duomo, su cui campeggia la scritta “Salerno è mia, io la difendo”, ma anche un’altra effige che sarà posta in via Duomo, in un posto assai visibile così da annunciare a tutti e non solo a coloro che si recheranno al duomo, che la nostra città è in festa. L’immagine scelta è quella ritratta oltre settanta anni fa da un monaco benedettino della badia di Cava de’ Tirreni, il quadro originale è custodito nella cappella di Casal Velino, in Cilento, dove erano custodite le reliquie di San Matteo prima che venissero traslate nella cripta del duomo di Salerno.

«Proprio in quella cappella, prima della festa del nostro santo patrono, faremo un bel pellegrinaggio con il vescovo, voi venite si o no?», ha annunciato don Michele, cercando di scaldare la folla con piglio da rock star. Ma questa non è l’unica novità di questo San Matteo 2016: oltre la “peregrinatio” della statua di San Matteo in tre parrocchie lontane dal centro – Fratte, Santa Margherita e Sant’Eustachio – don Michele ha pensato di istituire addirittura un “Premio San Matteo” che verrà consegnato a quattro salernitani che si sono distinti nelle arti e nell’impegno sociale.

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