Un resort nel faro di Capo d’Orso

L’Agenzia del Demanio cerca privati per affidarlo in concessione e trasformarlo

MAIORI. C’è anche il faro di Capo d’Orso a Maiori tra quelli che il Demanio vorrebbe affidare a privati per valorizzarli, trasformandoli in nuovi hotel di charme, ma anche ostelli ben più spartani o possibili residenze per fini religiosi o spirituali. È partito ieri infatti il progetto dell'Agenzia del Demanio per la concessione ad investitori privati di 11 fari che potrebbero rinascere proprio come nuove dimore turistiche all'insegna della natura, della cultura e dell'ambiente, oltre che del lusso. Il progetto coinvolge alcuni dei gioielli delle coste italiane, dalla Toscana alla Puglia, dalla Campania alla Sicilia.

La lista dei fari pronti ad essere dati in concessione è lunga: si va dal Faro di Brucoli ad Augusta (in provincia di Siracusa) a quello di Murro di Porco a Siracusa, da Capo Grosso nell'Isola di Levanzo (Trapani) a Punta Cavazzi ad Ustica, da Capo d'Orso a Maiori (Salerno) al Faro di Punta Imperatore a Forio d'Ischia (Napoli), fino a quello di San Domino alle Isole Tremiti (Foggia). A questi si aggiungono 4 fari messi a disposizione dal ministero della Difesa: due sull'Isola del Giglio, Punta del Fenaio e Capel Rosso, uno alle Isole Formiche (Grosseto) e quello di Capo Rizzuto (Crotone). «L'attività di segnalamento rimarrà - assicura il ministro Roberta Pinotti - non dismettiamo il patrimonio, lo rendiamo utile senza porre alcun limite operativo». Lo strumento utilizzato per la valorizzazione sarà la concessione fino a 50 anni a operatori che possano sviluppare un progetto turistico dal potenziale economico per tutto il territorio, in una logica di partenariato pubblico-privato, ha spiegato il direttore dell'Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, a beneficio di tutta la collettività. Finora un'operazione analoga è stata sperimentata solo per Capo Spartivento, in Sardegna.