Un reparto “scippato” fa scoppiare la polemica

La pneumologia andrà a Scafati ma ora il sindaco di Nocera non ci sta Intanto il trasferimento è cosa fatta e la strumentalizzazione diventa politica

SCAFATI. Il “Mauro Scarlato” torna a respirare, mai considerazione è più appropriata poiché le corsie dell’ospedale scafatese si rianimeranno grazie alla creazione del Polo bronco logico che, in sintesi, accorpa i reparti di Nocera e Cava e li porta a Scafati. Scoppia però la polemica politica, probabilmente fuori tempo massimo.

Arriva a triplice fischio avvenuto, infatti, la presa di posizione dell’amministrazione comunale di Nocera Inferiore in merito al trasferimento della pneumologia dall’ospedale cittadino “Umberto I” al presidio scafatese. Tutto, infatti, appare compiuto. Per evitare ripensamenti, probabilmente, si agirà prima della fine della campagna elettorale perché, come spesso accade, c’è anche la politica dietro le grandi manovre sanitarie. Non è solo l’ospedale nocerino, comunque, a perdere un reparto, ma anche la valle metelliana, che saluta la fisiopatologia respiratoria del “Santa Maria dell’olmo”. In questo modo Mario Polverino, primario della struttura complessa, raggrupperà in una sola divisione gli specialisti nocerini e cavesi. Ma sono proprio gli operatori sanitari a storcere il naso. La presa di posizione del sindaco di Nocera Inferiore arriva, infatti, dopo averli incontrati. «Spostare la pneumologia da Nocera a Scafati – afferma Manlio Torquato – è inopportuno e non trova il supporto che merita un reparto di tal genere. Supporto già presente in un ospedale come quello di Nocera». Eppure la direzione sanitaria aziendale, qualche giorno fa, con una nota aveva precisato che il supporto ci sarà. Infatti «oltre al Polo d’eccellenza di bronco pneumologia si prevede un punto di primo intervento con una guardia medica, una guardia chirurgica con cardiologi e anestesisti, nonché una sala operatoria di supporto al primo soccorso per il trattamento di ferite chirurgiche, una shock room e un’ambulanza rianimatoria con anestesista h24».

Con il trasferimento a Scafati, comunque, si può dire che da Nocera va via la spina dorsale dell’Umberto I. «La storia dell’ospedale – ricorda il medico Antonio Guerritore – è legata a doppio filo a quella del tubercolosaio militare che insisteva proprio in viale San Francesco». Un reparto che ha avuto come guida specialisti di spessore come Raffaele Pucci e Antonio Martino. Un tassello importante, dunque, che dopo oltre mezzo secolo viene scardinato.

Salvatore D’Angelo

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