Un referendum per la Manifattura

I “Cava5Stelle” chiedono una consultazione popolare sui progetti dell’amministrazione per l’exS tabacchificio

“Cava5Stelle” (uno dei due tronconi del movimento a Cava de’ Tirreni) chiede all’amministrazione Galdi un referendum, utile per far valutare ai cittadini la bontà dell’intera operazione che riguarderà l’edificio dell’ex Manifattura Tabacchi a via Crispi. «È giusto che i cittadini conoscano i dettagli del progetto - hanno sottolineato i grillini – così come auspichiamo che sia indetta una gara per la progettazione; pubblicato un bando di gara tra le imprese edili che dovranno offrire garanzie blindate; ed affidata la direzione dei lavori ad un tecnico di provata esperienza e noto per essere libero da compromessi e patteggiamenti».

I pentastellati, quindi, chiedono più trasparenza, ma anche più controlli. In questo senso vanno le richieste di «istituire una commissione di controllo per monitorare l’operato del direttore dei lavori e dell’impresa edile e di rendere pubblica e trasparente l’intera operazione – compensi, costi e ricavi – alla chiusura dei lavori».

I progetti dell’amministrazione Galdi per l’edificio seicentesco della Manifattura sono ambizioni e passano attraverso la conclusione di una transazione tra il gruppo Maccaferri, che detiene la proprietà dell’immobile, ed il Comune di Cava. I termini dell’accordo sono i seguenti: a Maccaferri sarà accordata l’area retrostante all’edificio storico, dove la società potrà realizzare degli appartamenti ed al Comune andrà l’edificio storico. La transazione ha, però, incontrato l’opposizione del Malc, un cartello di associazioni civiche nato durante l’amministrazione Gravagnuolo, che si sta battendo perchè la Manifattura sia restituita “in toto” alla città. A questo scopo il Malc si è attivato affinché la Soprintendenza di Salerno apponesse un “vincolo indiretto” sull’immobile, che implicherebbe l’impossibilità, per Maccaferri, di costruire gli appartamenti. «Credo che alla fine con il Malc riusciremo a trovare un accordo – ha detto Galdi – Sarebbe importante che la città si riappropriasse di un pezzo della sua storia. L’antico edificio, peraltro, potrebbe ospitare una fondazione per l’innovazione e lo sviluppo, dedicata a tutte quelle personalità che, nel ventunesimo secolo, hanno contribuito a cambiare la società con le loro idee».

La Manifattura Tabacchi è uno dei simboli di Cava. È stata fondata nel 1845 ed è stata trasferita a via Crispi, nella sede dell’ex Conservatorio di Santa Maria del Rifugio (costruito nel 1600 e abbellito con una facciata progettata dal celebre architetto Luigi Vanvitelli) nel 1912. La lavorazione del tabacco – che si è protratta nell’edificio fino al 2001 - era affidata soprattutto alle donne (più precise e veloci) che, grazie ad una maggiore sicurezza economica, potettero godere di una prematura emancipazione sociale rispetto ai tempi. La vita lavorativa di una tabacchina, detta anche “sigaraia”, cominciava molto presto, anche a 13 o 14 anni, e si protraeva fino alla pensione. Al momento dell’assunzione occorreva svolgere un periodo di apprendistato. Ogni reparto di lavorazione era vigilato da uno o più capo squadra e da una maestra di lavorazione. A loro era affidato il compito di controllare il lavoro delle operaie e pesare il tabacco lavorato. Per agevolare il lavoro delle sigaraie, inoltre, nella manifattura fu organizzato un asilo nido.

Nella Manifattura a via Crispi veniva realizzata oltre la metà dei sigari italiani. In Italia Cava era conosciuta soprattutto per la produzione del “toscano Garibaldi”, un sigaro con il gusto e l’aroma del toscano classico, ma con un più basso contenuto di nicotina.

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