«Un Puc timido cambiato dalla politica»

Melchionda difende lo strumento urbanistico che ha spaccato la giunta. «Regionali? A disposizione del partito»

Martino Melchionda rompe il silenzio. E lo fa per entrare nel cuore dell’atto che ha portato alla fine prematura del suo secondo mandato di sindaco. Quel Puc che ha rotto la maggioranza diventa la base di partenza per un’analisi della vicenda ebolitana “vittima” di una «politica delle liturgie che frena la città».

Per questo il Puc è arrivato dopo sette anni?

Spesso la politica ne ha rallentato i lavori. Questo capita quando i consiglieri hanno problemi personali (che non ho mai assecondato) o ambizioni. Così la discussione si concentra sulle persone e non sul futuro della città. Il problema è la presenza di chi fa politica per mestiere ed è legato a vecchie liturgie che io ho abbandonato.

Spieghiamo questo Puc.

Abbiamo convenzionato l’Università (250mila euro) perché gli uffici comunali non potevano produrre da soli tutti i documenti propedeutici al Puc: dal piano strategico alle analisi ambientali su un territorio di 138 kmq. Abbiamo poi integrato quella base con scelte politiche che osavano lì dove l’Università aveva agito con una certa timidezza. Così, si sono individuate le zone a bassa intensità rurale (Grataglie, Casarsa, Prato) prendendo atto di un’urbanizzazione esistente e abbassando il lotto minimo da 27mila a 10mila mq. Abbiamo previsto lo sviluppo di micro aree produttive lungo la ss18 e le provinciali che vanno al mare e a nord della fascia costiera abbiamo lavorato all’ampliamento degli insediamenti. Inoltre, il Puc ha recepito i Pua preesistenti. Qualcuno è in corso (rione Pescara, Pezza delle Monache) altri no per la difficoltà a realizzare quel considerevole numero di alloggi (1200 circa complessivi)».

Insomma, avete immaginato una città…

Che sfrutta le sue risorse: le arterie che vanno al mare, la Piana ed il sistema agricolo. A tutto ciò vanno aggiunte le opere messe in moto dal commissario prefettizio. La casa del pellegrino, i lavori nelle scuole, quelli in via Adinolfi, dell’ex Ipsia, il collettore di Cioffi, sono il frutto di un grande lavoro che fa di Eboli una delle poche città della provincia dove si vedono tante gru. Ora vorrei sapere chi ha il coraggio di essere contro questo tipo di sviluppo».

Magari chi è causa dei ritardi?

«Abbiamo avuto 5 anni di campagna elettorale del centrodestra e di una parte del centrosinistra che ha fatto opposizione interna. Megafoni di Caldoro (Cariello, Cardiello, riformisti Pd) che poi hanno il coraggio di presentarsi alle manifestazioni per i rifiuti a Coda di Volpe. Se le ecoballe sono ancora lì è colpa di questa Regione. C’è una parte della politica che si comporta così in quanto contratta cortesie in altri ambiti».

Melchionda alla Regione?

Sono a disposizione del mio partito. Aspettiamo di capire chi sarà il candidato del Pd.

E il sindaco ideale di Eboli?

Una persona che sappia unire il centrosinistra. Che sia interprete di questi 20 anni di amministrazione ma si ponga anche come novità».

Da scegliere con primarie... «Non sono contrario. Ma, dato che spesso dividono più che unire, se non ci fossero sarebbe meglio».

Stefano C. Gallotta

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