Un piano e 350 milioni per il centro

Aniem, il progetto dalla stazione a piazza Concordia: «Non siamo speculatori»

Un progetto da 350 milioni di euro sposato, attraverso il collaudato sistema del project financing, da una trentina di imprenditori locali pronti a mettersi insieme per cambiare il volto della città dalla stazione centrale, al Dopolavoro ferroviario fino a piazza della Concordia. Occorrerà un mese prima di assistere alla presentazione del progetto ufficiale dell’Aniem (Associazione nazionale imprese edili) che prende il nome di “Salerno Sviluppo Centro”. In collaborazione con la Fondazione Carisal è annunciata la nascita di un parco urbano per eliminare la frattura fra due zone della città.

«Devo dire che ci sentiamo molto delusi di essere considerati sempre speculatori - ha esordito Pietro Andreozzi, presidente dell’Aniem -. Da sempre si chiede agli imprenditori salernitani di scendere in campo per aiutare l’economia locale e poi, quando c’è qualcuno che ha il coraggio di farlo, viene additato come speculatore. È ora di finirla. Noi continuiamo a credere nel territorio e nella possibilità di operare qui, per questo presentiamo questo progetto il cui valore è di circa 350 milioni di euro».

«È tutto pronto, è uno di quei progetti approvati che potrebbero usufruire dei Fondi Europei - ha sottolineato invece il vicepresidente Giampiero Coraggio -. Altro capitolo questo, molto triste. Non si può più tollerare che milioni e milioni di euro che la Comunità Europea ci chiede di impiegare vengano restituiti perché manca la capacità a monte di gestirli, di attribuirli. A momenti dovrebbe arrivare circa un miliardo di euro, speriamo solo di non doverli restituire».

Impossibile, tracciando un bilancio delle attività del 2013 e preparandosi al lavoro del 2014, non parlare del Crescent.

«Noi crediamo nella magistratura - ha commentato ancora Andreozzi - e sappiamo che purtroppo è un’utopia, ma vogliamo tempi certi e brevi. Sappiamo che il lavoro giudiziario è lungo, ma nel frattempo ci sono imprese che vanno in sofferenza, ditte costrette a licenziare e famiglie che finiscono sul baratro della disperazione. Vogliamo che ognuno si assuma le proprie responsabilità nel proprio settore, sia nelle istituzioni, sia negli enti che sono chiamati ad esprimere pareri». Si chiede che venga fatta «chiarezza nell’iter procedurale ed amministrativo che precede l’avvio di un’opera la quale, una volta aggiudicata non può essere fermata».

Carmen Incisivo

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