Un piano da 113 milioni per “liberare” il porto 

Lo studio di fattibilità prevede l’utilizzo di cave dismesse e terreni incolti Elaborato alcuni anni fa da Università e Solaria, è rimasto nel cassetto

SALERNO. Un sistema integrato retroportuale, da realizzarsi attraverso il riuso di cave abbandonate e il recupero di suoli agricoli marginali (per un totale complessivo di 1 milione di metri quadrati) in un’area fortemente compromessa, di nessuna valenza agricola, che necessita di interventi di riqualificazione ambientale. È questo, in sintesi, lo studio di fattibilità dell’Università di Salerno sviluppato d’intesa tra il Simas (Centro interdipartimentale d’Ateneo), l’Autorità portuale (all’epoca della presidenza di Andrea Annunziata) e Solaria con l’obiettivo di decongestionare lo scalo di Salerno e l’area circostante. Un progetto preliminare che, da diversi anni, è pronto ma ancora in attesa dei necessari nullaosta. L’area individuata è nelle cave dismesse di Brignano e San Mango e l’idea che si vorrebbe mettere in pratica è quella di un contratto di sviluppo finalizzato alla realizzazione di un opera strategica dove concentrare le infrastrutture per il trasporto e la movimentazione delle merci, con particolare riguardo alla reti di trasporto ed ai centri di smistamento, integrata con la rete su ferro ed ecologicamente attrezzata, la cui gestione sarà affidata ad infrastrutture e servizi centralizzati, idonei a garantire gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo locale e ad aumentare la competitività delle imprese.
Le finalità del progetto. Il principale obiettivo, dunque, che acquista ancora di più valore in questo determinato momento storico, con l’istituzione delle Zone economiche speciali e con i problemi legati alla viabilità, è di realizzare una struttura a supporto delle attività del porto commerciale per mezzo della quale avviare per le destinazioni interne merci di provenienza estera e ricevere merci per l’imbarco con destinazione estera. Tant’è che nelle linee guida viene evidenziato come il progetto voglia dare risposte concrete “ad una domanda di sviluppo inevasa e dallo studio dell’area d’intervento, attualmente priva di identità, situata in posizione intermedia lungo il tratto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, tra lo svincolo di Fratte e quello di San Mango Piemonte, senza compromissione della funzione produttiva”.
Le modalità di intervento. Scendendo nei particolari, gli interventi studiati prevedono: opere di bonifica ambientale finalizzate alla sistemazione idrogeologica delle aree interessate dagli interventi; realizzazione dei tracciati stradali di progetto mediante la sistemazione o l’adeguamento della viabilità esistente; realizzazione di nuovi tratti stradali già previsti dagli strumenti di pianificazione vigenti e in variante rispetto a quelli già previsti. E, ancora, sistemazione delle aree di cava mediante la realizzazione di terrazzamenti da adibirsi alla sosta dei veicoli, al deposito dei container ed alla logistica per la ricezione e lo smistamento delle merci; sistemazione dei suoli agricoli per la realizzazione di terrazzamenti da adibirsi alla sosta dei veicoli, al deposito dei container e alla logistica per la ricezione e lo smistamento delle merci; realizzazione di piccoli edifici destinati agli uffici per la gestione della logistica e per la guardiania; realizzazione delle opere impiantistiche per l'urbanizzazione primaria e secondaria delle aree interessate dagli interventi; opere di sistemazione a verde e realizzazione delle infrastrutture per l’attuazione del previsto parco naturalistico del Grancano.
Le opere da realizzare. Da un punto di vista delle infrastrutture è previsto un nuovo tratto di linea ferroviaria e dell’area di interporto per lo scambio intermodale delle merci (ferro/gomma) e la realizzazione di un raccordo stradale principale di circa sette chilometri ed altri tratti secondari. “Il percorso stradale, nel suo complesso – viene evidenziato nella relazione – si propone di realizzare un rapido collegamento tra le aree terrazzate da attrezzarsi per il servizio retro portuale, accessibile sia dallo svincolo autostradale di Fratte (Salerno) sia da quello di San Mango. La viabilità prevista consentirà, in una seconda fase, anche il collegamento con la nuova linea ferroviaria e con l’area d’interporto adiacente”.
I costi del progetto. La spesa quantificata è di circa 113 milioni di euro “al netto – è precisato – della realizzazione dello svincolo autostradale e dell’infrastrutturazione ferroviaria”.
Gaetano de Stefano
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