Un “maschiaccio” tra gare di basket e radio

Una sfrenata voglia di vivere e tante passioni. Sui social il saluto dei battipagliesi: «Addio angelo»

Una sfrenata voglia di vivere. E una risata contagiosa. Tutti i giovani di Battipaglia conoscevano Maria Rosaria Santese, una ragazza che viveva di passioni. La più grande di tutte era per la pallacanestro. La ventenne era tifosissima della squadra cittadina di cestistica, la PB63. Un amore, quello per la palla a spicchi, che un anno fa l’aveva spinta a intraprendere la carriera da arbitro della Fip, la Federazione italiana di pallacanestro.
“Maschiaccio”, la chiamavano affettuosamente le amiche, mentre con autorevolezza dirigeva le gare di basket maschile, sognando di calcare i parquet della massima serie. Sapeva pure essere femminile, però, e seguiva con attenzione le mode, curando meticolosamente ogni abbinamento.
E poi la passione per la radio. Adorava gli studi di Radio Castelluccio, la famosa emittente battipagliese, e approfittava di ogni occasione per indossare le cuffie e parlare al microfono, magari su qualche disco dance, di quelli che piacciono anche al suo inseparabile cugino, Pippo Minerva, che fa il deejay e che lei chiamava “fratellino”. Nelle stanze di Radio Castelluccio aveva frequentato un corso, e aveva preso pure il diploma da speaker. Quello scolastico in amministrazione, finanza e marketing, invece, se l’era sudato un po’ di più, frequentando un istituto privato. Le piacevano gli scooter, e quel Piaggio che le è stato fatale.
Anche sui social tanti battipagliesi hanno voluto spendere qualche parola per quella ragazza brillante, sempre pronta a ridere e a far ridere, a volte pure in maniera dissacrante. «Una pazza scatenata che aveva comunque la testa sulle spalle», dice Francesca C. «Continua a sorridere e a contagiare il Paradiso con la tua anima bella», scrive il suo amico Matteo V. «Non si può morire a vent'anni», è la considerazione che accomuna tutti. E in tanti dicono che «Battipaglia perde un altro angelo». Gianluca B. scrive che «ora è il momento del silenzio e della preghiera». E pare quasi che Battipaglia gli presti ascolto. Le vie della città, in un irreale venerdì sera, sono pervase da un silenzio assordante. Tutti ci tengono a manifestare la propria vicinanza a papà Renato, a mamma Cinzia Manzo e a tutta la famiglia Santese. E Battipaglia tutta, incredula, piange la morte d'una ragazza che amava la vita.(c.l.)
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