Un’indagine partita da telefonate e lettere

Delitto per l’eredità, il caso riaperto dopo l’avviso di garanzia alla parente per molestie ai vicini

Manca davvero poco, 60 giorni, per tentare di capire com’è morta l'anziana nocerina alla quale vicini e conoscenti depredarono un patrimonio di oltre 500mila euro. Sessanta giorni di tempo ha infatti preso il medico legale Roberto Testi, già impegnato nel caso di Cogne, per dare risposta ai quesiti che il sostituto procuratore, Valeria Vinci, gli ha formulato in merito alle cause della morte di C. A., l’ottantenne morta nel gennaio del 2012, in circostanze sospette.

Strana storia quella della donna, riesplosa dopo anni per una strana circostanza. Alcuni mesi fa infatti, quella cugina lontana che era stata la confidente, l’amica e l’unica parente della donna, aveva ricevuto proprio dalla Procura di Nocera Inferiore un avviso di garanzia per molestie telefoniche ai danni dei vicini di casa dell’anziana nocerina. Le continue e pressanti telefonate della donna, anch’ella anziana, avevano infastidito non poco la famiglia che per anni aveva condiviso con C. A. momenti di vita. La parente voleva spiegazioni, voleva sapere. E dunque quelle telefonate erano state costanti. La continua ricerca della verità aveva spinto la parente dell’ottantenne a scrivere accorate e lunghe lettere anche a diversi sostituti procuratori della Procura di Nocera Inferiore. Poi, quell’atto di indagine nei suoi confronti, quasi un colpo al cuore per quello che in quattro anni aveva fatto, ma allo stesso tempo il riaccendersi di una speranza. Speranza di verità raccolta dal sostituto procuratore Vinci che ha ripreso l’indagine ricostruendo i passaggi dell’intero patrimonio della donna, fino alla decisione di riesumare il cadavere e prelevare dei campioni per chiarire le cause della morte.

Un accertamento difficile, ma doveroso visti i sospetti “paventati” da quella parente lontana che da quasi cinque anni non si capacita per quello che è accaduto. Un mistero troppo vecchio da spiegare. In dieci, tra i quali un notaio e un infermiere, sono indagati – a vario titolo – per estorsione, falso in atto pubblico e omicidio. E a distanza di oltre quattro anni, il ricordo di quella anziana, riservata vissuta con dignità ma senza ostentare ricchezze, che affidava ancora a delle lettere – spedite alla cugina – le sue ansie e le sue paure, comincia a riaffiorare in quanti l’hanno conosciuta.

Rosaria Federico

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