Un fronte unico per l’ospedale

Le proposte di medici e sindacalisti al tavolo di lavoro con il direttore dell’azienda “Ruggi”

«L’ospedale di Cava de’ Tirreni deve essere aperto non perché dei politici hanno deciso così, ma perché il presidio deve essere funzionale». Questo il senso dell’intervento di Antonio Pisapia, primario del reparto di chirurgia, vent’anni di esperienza alle spalle, durante il tavolo di lavoro sul tema della sanità, che si è tenuto mercoledì scorso al Comune. Pisapia nell’occasione ha anche avuto modo di precisare al neo direttore generale dell’Azienda ospedaliera Ruggi d’Aragona, Vincenzo Viggiani, che è in base alle funzioni che lo stesso direttore attribuirà alle strutture sanitarie appartenenti all’azienda ospedaliera, che si avrà collaborazione specifica. «Finora - ha aggiunto Pisapia - ci siamo sentiti come un’appendice di Salerno, supportati da Salerno. Ora voi dite che faremo parte di una rete. Io penso che lei nell’atto aziendale ci offrirà degli indirizzi, delle funzioni. Se lei ritiene che noi meritiamo le funzioni che andremo ad espletare, allora saremo ben lieti di collaborare».

I medici dell’ospedale “Santa Maria Incoronata dell’Olmo”, soprattutto quelli che hanno a che fare con un elevato numero di utenti, come lo stesso Pisapia, Vittorio Salvatore e Luigi Cremone, lottano per poter garantire una migliore assistenza. «Chiedo garanzie - ad esempio ha affermato allo stesso tavolo Cremone - per una migliore assistenza a Cava de’ Tirreni, anche per la senologia».

A chiedere sicurezze sull’organico ospedaliero, è stato invece il vicecoordinatore delle Rsu dell’Azienda Ruggi, il sindacalista delegato Uil Mario Avossa, che al tavolo di lavoro ha sostituito Margaret Cittadino. «A confronto con il Cardarelli - ha detto Avossa - noi abbiamo un deficit di personale di 80 unità. Vogliamo avere un rapporto di collaborazione estrema, cosa che con la Lenzi non c’è stata, anzi, ci sono state quasi delle barricate».

L’importanza dei suggerimenti che possono venire da chi vive la realtà sanitaria locale, è stata sottolineata dal presidente dell’Associazione operatori sanitari Cava de’ Tirreni-Vietri sul Mare, Pasquale Lamberti.

Diverse dunque le proposte avanzate nel corso del tavolo tecnico. Si va dallearichiesta di non depotenziare il pronto soccorso a quella di implementare i 100 posti letto. «Grazie al tavolo - afferma l’assessore Vincenzo Lamberti - sono state evidenziate le criticità soprattutto sul mantenimento dei 100 posti letto. Vogliamo un ospedale che sia inserito nella rete di emergenza, è vero, ma che sia anche migliorato e potenziato».

La stesura dell’atto aziendale avrà inizio il prossimo 3 febbraio mentre la conclusione dei lavori è fissata per il 30 aprile. Il sindaco Marco Galdi, nel programmare un ulteriore appuntamento per verificare la bozza dell’atto aziendale, ha parlato già in previsione futura citando l’investimento di 3 milioni e 500mila euro per la realizzazione di un ospedale ex novo nella struttura di 80mila metri quadrati all’uscita dell’autostrada. «Ora però pensiamo al nuovo piano aziendale - ha detto il primo cittadino - dobbiamo dare il tempo al nuovo direttore di lavorare con i suoi collaboratori. Riconvocherò il tavolo sulla base della bozza che lo stesso direttore ci consegnerà».

A credere invece nell’utilizzo delle nuove strutture dell’ospedale è il referente sanità del movimento Cava 5 Stelle, il dottor Maurizio Di Domenico. «Dal 24 aprile - dichiara Di Domenico - abbiamo presentato un progetto sostanziale. Noi proponiamo, utilizzando la parte nuova dell’ospedale, una piattaforma di emergenza e la stabilizzazione medica e chirurgica. Questo è possibile utilizzando quello che già abbiamo, sala operatoria, pronto soccorso e radiologia che deve essere ristrutturata». Di Domenico ha anche proposto l’istituzione di una casa della maternità.

Annalaura Ferrara

©RIPRODUZIONE RISERVATA