Un demitiano alla corte di De Luca

L’avvocato Vetrano da vice sindaco di Avellino a candidato di Campania Libera

SALERNO. Un demitiano alla corte di De Luca. Giuseppe Vetrano, avvocato avellinese classe 1966 sarebbe stato insieme a nello Mastursi il gancio con il marito della Scognamiglio. O meglio sarebbe stato quello che si sarebbe messo in contattato con i “manna’s boy” per combinare l’operazione. Che ruolo ha tra i deluchiani oltre frontiera? Qual è la sua storia politica? Le croneche irpine non dicono molto di lui. È stato vice sindaco di Avellino, uomo forte di De Mita in irpinia. Nel 2004 viene eletto a Palazzo di Città in quota Ds con 310 preferenze. Il padre è un ex amministratore del Comune, uno «molto influente». Nelle braccia di De Luca sembra che arrivi alle regionali del 2010. Fu lui l’uomo macchina in irpinia che spinse su De Luca rimanendo poi fedele al governatore. In quella occasione le cose non andarono nel verso giusto, De Luca perse contro Caldoro e la partita si chiuse. Cinque anni dopo rispunta ad Avellino fondando il comitato pro De Luca e candidandosi poi come capolista in “Campania Libera”. Non un grande risultato il suo, alla corte del presidente porterà solo poco più di mille preferenze. Non viene eletto ma, si mormora, sia in predicato di entrare in giunta in un eventuale rimpasto. Una battaglia non facile, soprattutto dopo i fatti finiti nell’inchiesta romana che indagano De Luca.

Con Mastursi hanno in comune il ruolo di coordinatori della campagna elettorale. Il loro rapporto si stringe subito. Gomito a gomito scelgono i nomi che ad Avellino devo essere piazzati nelle liste. I consigli del giovane avvocato sono preziosi per trovare candidati forti. Evidentemente un rapporto che guarda più in là della campagna elettorale. Tanto che Vetrano, come Mastursi, finiscono sotto inchiesta. Solo alla conclusione delle indagini si capirà la posizione. Intanto il giudice Anna Scognamiglio ha dichiarato: «Non conosco assolutamente né de Luca, né Mastursi, né l’avvocato Giuseppe Vetrano con i quali non ho mai avuto contatti di alcun genere, né, quindi, ho loro mai chiesto, né potuto chiedere, alcun favore né per me né per mio marito. La decisione favorevole a De Luca è stata assunta, all’unanimità, da tutti i componenti del collegio».

Ora sarà Roma a dover sbrigliare la matassa e chiarire le posizioni di tutti gli indagati in una vicenda che sta creando imbarazzo e sta facendo tremare i polsi a molti esponenti politici.

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