Un comitato per sostenere Rino 

Nuova mobilitazione per aiutare Gennaro Pappalardo, costretto a vivere lontano dalla moglie

Un comitato per aiutare Gennaro e Patricia al ricongiungimento “negato”. Sarà costituito domani sera, negli spazi dell’associazione Officina delle Idee un incontro per costituire un gruppo a sostegno della battaglia di Gennaro Pappalardo e di sua moglie Patricia Ehiaghe che, a cusa di diverse problematiche di natura burocratica, è bloccata in Senegal. L’iniziativa vuole riaccendere i riflettori sulla vicenda che ha già richiamato le attenzioni degli esponenti politici locali e non solo. Alla riunione, promossa tra gli altri anche dal consigliere Luigi D’Antuono, presidente del Centro iniziative culturali, oltre al diretto interessato sarà presente anche il suo legale, Enzo Desiderio. L’incontro sarà utile per spiegare cosa è possibile fare per risolvere le problematiche sorte. La conoscenza tra Gennaro e la quarantenne originaria della Nigeria cominciò grazie al web alla fine del 2014. Rino, come tutti chiamano Gennaro in città, quando decise di sposare Patricia era separato ma non ancora divorziato. Dopo un anno, ottenuto il divorzio, nell’agosto 2016, era tornato in Africa restandovi per ben cinquanta giorni, ma senza esito positivo. Intanto, il 54enne scoprì anche di essere indagato per un reato molto grave: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il matrimonio, ritenuto di interesse, subì quindi un annullamento bis. Rino ha scritto anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sollecitarne un intervento. Nella lettera al Capo dello Stato si legge: “Il signor Gennaro Pappalardo e la signora Patricia Ehiaghe sono divisi ormai già da due anni e per poter vivere insieme dovranno attendere la conclusione di un processo dall’incerta durata. Seppur consapevoli che la giustizia deve legittimamente fare il suo corso e fiduciosi nel positivo esito della vicenda giudiziaria, è pur vero che Pappalardo, per aver commesso solo un peccato d’ingenuità, non può essere trattato alla stregua di un trafficante di esseri umani”.
Pippo Della Corte
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