progetti divergenti 

Un centro culturale e un teatro nell’ex istituto “De Amicis”

«I bimbi prima di tutto». C’è chi nella “De Amicis” ci rivuole la scuola, ma i progetti dell’amministrazione sembrano diversi. Con i soldi del Pics, la sindaca Cecilia Francese, mira a realizzare...

«I bimbi prima di tutto». C’è chi nella “De Amicis” ci rivuole la scuola, ma i progetti dell’amministrazione sembrano diversi. Con i soldi del Pics, la sindaca Cecilia Francese, mira a realizzare nello storico edificio scolastico cittadino un centro culturale con laboratori, spazi per start-up e un teatro comunale, invece Carlo Zara, il presidente di “Battipaglia nostra”, che il 5 aprile scorso consegnò ai vertici comunali un voluminoso carteggio con più di mille firme, rivendica la volontà di chi sottoscrisse la petizione. La proposta popolare mirava a dare ai progettisti il mandato di realizzare moduli finiti e utilizzabili, uno dei quali, possibilmente il frontale, sia destinato ad almeno 15 classi scolastiche. E nei mesi successivi, sulla scorta di quella petizione, in Consiglio comunale passò una delibera con la quale il civico consesso s’impegnava a riportare gli alunni nell’ex scuola. «Per il resto, ci facciano pure la stazione aerospaziale - dice l’ex consigliere provinciale Zara - ma prima d’ogni cosa bisogna far tornare i bimbi nella “De Amicis”, perché una petizione con oltre mille firme e una deliberazione consiliare vanno rispettate».
L’ex scuola, costruita nel 1931 dal padre fondatore della città, Alfonso Menna, fu chiusa nel 2002 dall’allora sindaco Alfredo Liguori, che la dichiarò inagibile dopo il sisma di San Giuliano di Puglia. È stata riaperta al pubblico, ma non alle classi, nel 2014 per volere dei commissari straordinari: «A Battipaglia può crollare tutto fuorché la “De Amicis”», disse il presidente della terna, Gerlando Iorio. Nel 2004, su proposta dello stesso Liguori, la Rtp Studio Amati srl di Roma, aveva presentato un progetto di riqualificazione, che sarebbe costato 14 milioni e che fu portato avanti invano anche dal sindaco Giovanni Santomauro, il quale avrebbe voluto realizzarci dei locali commerciali e un parcheggio sotterraneo.
Da più di quindici anni, i genitori del centro urbano sono costretti a portare i bambini a scuola in periferia, perché proprio l’area nevralgica cittadina non dispone più delle sue elementari.(c. l.)
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