Un casolare per tetto Clochard sgomberati 

L’allarme di Rossano Braca dell’associazione Venite libenter «Una di loro è in chemioterapia. Il Comune deve intervenire»

«Sei clochard sono stati sgomberati da un casale abbandonato a Fratte. Uno di loro è sottoposto a trattamenti chemioterapici e non ha dove andare a dormire. Sarebbe il caso che anche le istituzioni cominciassero a pensare seriamente a come risolvere il problema dei senza fissa dimora a Salerno».
Rossano Braca, presidente dell’associazione Venite Libenter, ha raccolto le testimonianze di alcuni dei sei clochard sfrattati dal casale abbandonato di Fratte: «Sono stato contattato lunedì notte da alcune delle persone sgomberate. Una di queste è stata operata di recente al Ruggi per un tumore all’utero ed è ancora sottoposta a chemioterapia. Purtroppo queste persone da due giorni dormono all’aperto, sulle panchine. Dopo la segnalazione, come associazione abbiamo potuto portare loro solo pasti caldi e coperte: al momento pare non ci sia altra soluzione. Stiamo provando, tramite amici e parenti, a trovare un posto per queste persone».
La notizia dello sgombero dei sei senza fissa dimora è rimbalzata in città. «Si discute dove mettere gattili e canili ma gli “umanili” non interessano a nessuno dei nostri amministratori», ha provocatoriamente scritto Braca su Facebook. Il problema dei senza fissa dimora si ripropone drammaticamente alle porte dell’inverno: «Ci rendiamo conto che sarebbe difficile risolvere il problema di tutti i clochard. Ma pare che il Comune non abbia risorse né possibilità neppure per risolvere casi gravi, come quelli di persone malate che non hanno un tetto sulla testa. Pare non ci siano fondi, a parte quei piccoli contributi elargiti una tantum. Come associazione, spesso riceviamo richieste di malati oncologici e non sappiamo dove mandarli a dormire. Custodiamo nei nostri frigoriferi le loro medicine perché non hanno dove metterle, non avendo una casa».
Ma ci sono stati contatti con il Comune e con i Servizi sociali? «Ieri sono stato contattato da Paola De Roberto che, con grande disponibilità e umanità, mi ha assicurato un impegno del Comune, dicendo che si sarebbe attivata, magari pensando all’istituzione di centri di accoglienza comunali. Ci hanno promesso spesso queste soluzioni; ma, proprio perché le promesse in passato non sono state mantenute, sono preoccupato». Sul futuro Braca lancia un allarme: «Andiamo incontro a una fase di povertà grossa e non abbiamo gli strumenti per affrontarla. Il problema è molto più ampio di quanto si possa pensare».
Barbara Ruggiero
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