l’incontro promosso dall’ami 

Un cartellino rosso per dire basta ad abusi e violenze

Il tema della violenza di genere al centro dell’incontro “Cartellino rosso alla violenza sulle donne. Prevenzione, sensibilizzazione e forme di tutela”, organizzato dall’Ami (l’associazione Avvocati...

Il tema della violenza di genere al centro dell’incontro “Cartellino rosso alla violenza sulle donne. Prevenzione, sensibilizzazione e forme di tutela”, organizzato dall’Ami (l’associazione Avvocati matrimonialisti italiani), col patrocinio del Comune di Salerno e della Camera penale. Argomento di forte attualità, di cui non si parla mai abbastanza, tenuto conto di un dato, su tutti, allarmante: sempre più donne sono vittime di violenza in famiglia. Il convegno si è posto l’obiettivo di coinvolgere lo sport, quale veicolo fiondamentale per sensibilizzare non solo gli operatori del diritto ma soprattutto i giovani alla cultura del rispetto della donna. Affiancando lo sport a questi percorsi, si possono mandare dei segnali importanti, insegnando ad arrivare anche secondi, accettando pure la sconfitta. Presenti, non a caso, due rappresentati della Salernitana calcio 1919 (Emanuele Ferraro, allenatore della under 17 e il dirigente Alberto Bianchi). Ma a rappresentare l’emblema della donna che tira fuori il cartellino rosso per dire “stop” agli uomini violenti, è stata Maria Marotta, arbitro Fifa: «Seguo la serie D di calcio femminile dal 2011 e sono stata fortunata, in quanto non ho mai trovato un ambiente ostile nei campionati, sia in Campania che a livello nazionale o internazionale – ha raccontato Marotta – al di là della violenza verbale di una parte del pubblico sugli spalti, quando mi invita a dedicarmi alla famiglia. Si capisce che c’è un limite culturale. Tuttavia – ha concluso – questo mi dà la spinta emotiva per fare meglio e superarmi, dal punto di vista atletico e professionale».
«Per prevenire la violenza, innanzitutto, bisogna parlarne», ha premesso Elena Guarino, pm presso la Procura della Repubblica di Salerno, che ha portato tutta la sua esperienza alla tavola rotonda. Dal punto di vista tecnico, di fronte a reati così delicati, un magistrato a volte incontra difficoltà a rendere celere ed efficace l’azione penale: «È facile banalizzare, sostenendo che la magistratura non funzioni, in quanto le indagini non sono state condotte», ha spiegato. Non ci sono solo difficoltà di ordine probatorio, ma anche di metodologia di approccio per distinguere la violenza dalle situazioni di attrito coniugale, da risolvere in altra sede. I relatori hanno tutti sottolineato che, subito dopo aver denunciato il suo aguzzino, la donna ha bisogno di essere protetta e ascoltata. L’incontro si è concluso con la testimonianza di Filomena Lamberti.
Rosita Sosto Archimio
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