Un aumento di 40 centesimi sulla basta paga da cento euro 

È quanto percepiranno le addette alle pulizie del Comune di Battipaglia: messa in mora per la ditta L’Ente ha riconosciuto lo 0,4% come indicizzazione dei prezzi al consumo per le famiglie

BATTIPAGLIA. Dieci mesi svaniti nel nulla: è tempo di messa in mora. C’erano una volta i quattrini del Fis, il Fondo d’integrazione salariale, che finivano nelle buste paga delle signore che ogni giorno, di buon mattino, in cambio di un pugno di euro tengono puliti i saloni di Palazzo di Città. Due mesi d’ossigeno: poi il nulla. Oggi le donne vantano dieci mesi d’arretrato: è per questo che si rivolgono all’avvocato e invocano la messa in mora.
Il fatto. La loro storia ha commosso e scosso l’intera provincia. Sono le donne della “Sap”, la consorziata partenopea del gruppo “Romeo Gestioni”: mamme e nonne, al lavoro da una vita, sveglie all’alba per tenere pulito il Comune, umiliate da una basta paga che oscilla intorno ai cento euro al mese.
Il Fis. Ed è per questo che, ai princìpi dell’estate 2017, la Sap s’era rivolta all’Inps, richiedendo ed ottenendo il riconoscimento del Fis: per dodici mesi, alle signore sarebbero toccati in sorte gli assegni di solidarietà. Il condizionale, però, è d’obbligo: «I soldi sono arrivati, ma solo per i primi due mesi, a giugno e a luglio del 2017», tuona Antonietta Piano, una delle lavoratrici. I quattrini degli altri dieci mesi le signore li attendono da più di un anno.
Battaglia legale. Stanche d’aspettare invano, otto delle diciotto lavoratrici si sono rivolte all’avvocato battipagliese Anna Roma avviando una vertenza con la Sap. L’obiettivo, come si legge nelle procure sottoscritte nei giorni scorsi, è «il recupero delle spettanze relative all’integrazione per Fis». Attraverso delle lettere di messa in mora le donne di Battipaglia vogliono che la Sap tiri fuori i quattrini. E i soldi non sono pochi: la cifra, in base all’anzianità di servizio, è tra i 120 e i 320 euro al mese a testa.
La politica. C’è pure chi porta la lotta sul fronte politico, invocando l’esecuzione degli atti consiliari. Sulle scrivanie della sindaca Cecilia Francese, del presidente del civico consesso, Franco Falcone, e di tutti i consiglieri è finita una lettera firmata da Fabio Butrico, un dirigente della Lega che segue la vertenza dal primo giorno. E che ora impugna la delibera consiliare di gennaio 2018 con la quale il parlamentino s’era impegnato a modificare lo statuto di Alba per inserirci pure la pulizia dei beni comunali e portare avanti il servizio “in house”: «A che punto si trova questo passaggio - chiede Butrico nella nota - e come mai non è ancora stato avviato?».
I centesimi. Un aumento in busta paga le signore lo troveranno, ma nonsupererà i 50 centesimi al mese. Si tratta di quel più 0,4 per cento che il Comune ha concesso alla “Romeo Gestioni” in virtù della pubblicazione, a giugno 2018, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie. Quel 0,4, riconosciuto dall’Ente, finirà nelle casse della “Romeo” per poi passare alla “Sap”, che lo girerà alle signore. E le donne dovrebbero percepire lo 0,4 per cento in più: su 100 euro, si tratta di 40 centesimi.
Carmine Landi
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