raccolta fondi
Un appello per aiutare Giovanni
«Qualcuno mi aiuti». È il grido di aiuto di Anna R. per il marito, Giovanni P., un uomo di 52 anni che si ritrova a dover fare i conti con una fibrosi cistica polmonare. In città tutti conoscono...
«Qualcuno mi aiuti». È il grido di aiuto di Anna R. per il marito, Giovanni P., un uomo di 52 anni che si ritrova a dover fare i conti con una fibrosi cistica polmonare. In città tutti conoscono Giovanni, un operaio di Alba, la società municipalizzata: nel suo quartiere, Sant’Anna, è un’istituzione. E ora c’è un morbo che giorno dopo giorno s’insinua sempre più nei suoi malconci polmoni.
Giovanni ha bisogno di un trapianto: è in lista d’attesa a “Le Molinette” di Torino. E i medici gli hanno chiesto di trasferirsi nel capoluogo piemontese: la moglie però non sa come. «Mio marito è in malattia, non può lavorare e per ora riceve metà dello stipendio: 600 euro. Come facciamo a viverci? Devo andare a rubare? Sono disperata».
Spese di viaggio, per il vitto e l’alloggio, e la pensione d’invalidità che non arriva per un intoppo burocratico nelle procedure avviate con l’Inps. «La sindaca, gli assessori, i consiglieri comunali e i dipendenti dei servizi sociali sanno tutto, ma ci hanno detto che soldi non ce ne stanno. Ce la stiamo vedendo nera».
Il tempo, però, scorre impietoso: «Secondo i medici - spiega Anna - mio marito ha un’aspettativa di vita che oscilla tra i sei e i dodici mesi». Una corsa contro il tempo, e bisogna pure farsi trovare pronti, perché in zona non ci sono centri di chirurgia toracica in grado di scongiurare un blocco respiratorio: Giovanni rischia d’essere chiamato dai medici torinesi per il trapianto e di non essere preparato all’operazione. Da qui l’appello ai battipagliesi: «Mi vergogno - dice la donna - ma non so che altro fare». E allora gli amici si danno da fare, e avviano una raccolta d’offerte, appellandosi a ogni battipagliese di buona volontà per ottenere un contributo. L’iban di Giovanni è IT57M0760103384000047174756. La causale è “offerta per trasferimento Torino”.(c. l.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovanni ha bisogno di un trapianto: è in lista d’attesa a “Le Molinette” di Torino. E i medici gli hanno chiesto di trasferirsi nel capoluogo piemontese: la moglie però non sa come. «Mio marito è in malattia, non può lavorare e per ora riceve metà dello stipendio: 600 euro. Come facciamo a viverci? Devo andare a rubare? Sono disperata».
Spese di viaggio, per il vitto e l’alloggio, e la pensione d’invalidità che non arriva per un intoppo burocratico nelle procedure avviate con l’Inps. «La sindaca, gli assessori, i consiglieri comunali e i dipendenti dei servizi sociali sanno tutto, ma ci hanno detto che soldi non ce ne stanno. Ce la stiamo vedendo nera».
Il tempo, però, scorre impietoso: «Secondo i medici - spiega Anna - mio marito ha un’aspettativa di vita che oscilla tra i sei e i dodici mesi». Una corsa contro il tempo, e bisogna pure farsi trovare pronti, perché in zona non ci sono centri di chirurgia toracica in grado di scongiurare un blocco respiratorio: Giovanni rischia d’essere chiamato dai medici torinesi per il trapianto e di non essere preparato all’operazione. Da qui l’appello ai battipagliesi: «Mi vergogno - dice la donna - ma non so che altro fare». E allora gli amici si danno da fare, e avviano una raccolta d’offerte, appellandosi a ogni battipagliese di buona volontà per ottenere un contributo. L’iban di Giovanni è IT57M0760103384000047174756. La causale è “offerta per trasferimento Torino”.(c. l.)
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