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Un altro “no” a Pontecorvo I capannoni vanno sgomberati

Due ditte costrette a chiudere e a lasciare i capannoni. Dopo il Tar, è il Consiglio di Stato a “gelare” Giuseppe Pontecorvo: con due ordinanze, i giudici di Palazzo Spada hanno respinto le istanze...

Due ditte costrette a chiudere e a lasciare i capannoni. Dopo il Tar, è il Consiglio di Stato a “gelare” Giuseppe Pontecorvo: con due ordinanze, i giudici di Palazzo Spada hanno respinto le istanze in appello dell’imprenditore battipagliese. In una, si ribadisce che “il progettato intervento di frazionamento dell’immobile e di insediamento di nuove ditte deve essere realizzato in accordo con le norme Asi e non può avvenire tramite Cila”; nell’altra, il presidente del Collegio Vito Poli e il relatore Roberto Caponigro ripetono la sentenza di ottobre sul caso Agrifina, ribadendo che “nell’area di Battipaglia, il Consorzio Asi di Salerno mantiene i poteri di valutazione e controllo, sicché l’intervento progettato richiedeva il previo nulla osta consortile”.
Di mezzo, ancora una volta, i capannoni di via Europa, in zona industriale, e i frazionamenti effettuati nell’opificio senza il benestare dell’Asi. La So.Ge. srl, società di Pontecorvo, aveva presentato due ricorsi: il primo solo contro il Comune; il secondo pure contro il Consorzio Asi. Al Consiglio di Stato si è arrivati dopo la bocciatura delle istanze presentate al Tar. Col primo atto giudiziario, l’imprenditore, difeso da Lodovico Visone e Vincenzo Cerulli Irelli, chiedeva l’annullamento di una nota a firma di Pasquale Angione, dirigente tecnico comunale, che aveva rigettato la Cila, la comunicazione d’inizio dei lavori, per il frazionamento di un opificio, attendendo che si dirimesse la questione sulle competenze in area Asi. A difendere il Comune c’era Giuseppe Lullo, e “ad opponendum” era intervenuto il leader dell’opposizione Gerardo Motta, rappresentato da Paolo De Caterini e Ferdinando Belmonte. Contro Pontecorvo, Motta era intervenuto pure sul secondo ricorso, col quale l’imprenditore chiedeva l’annullamento di una deliberazione del Comitato direttivo Asi: il 4 agosto, infatti, il Consorzio, presieduto dal battipagliese Antonio Visconti, aveva negato alla So.Ge. il nulla osta per la cessione parziale dei capannoni e per il frazionamento e l’insediamento di altre ditte. In questa vicenda, l’Asi si è fatta difendere dal legale salernitano Antonio Brancaccio. I giudici hanno condannato Pontecorvo a liquidare 4.500 euro al Comune e 1.500 al Consorzio.
«Ordinanze importanti - commenta il consigliere Motta - sia perché ribadiscono che ogni intervento edilizio progettato in zona industriale richiede il previo nulla osta consortile sia perché vincolano interamente il giudizio che il Tar dovrà esprimere in udienza pubblica». Ora il pallino passa al Comune: «Dovrà disporre immediatamente lo sgombero dei capannoni della So.Ge. dati in locazione a terzi», spiega Motta. Si entrerà nel merito al Tar con l’udienza del 24 ottobre. (c. l.)
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